27 aprile 2022 – Corriere del Trentino

Via le mascherine in aula, Ferro tratta. «Valutiamo, ma d’intesa con il ministro»

TRENTO Le mascherine se ne stanno andando. Non serviranno al bar, nè al ristorante dal 1° maggio e nemmeno nelle aziende private. Ma a scuola il ministero non le vuole levare. E la battaglia dell’assessore Mirko Bisesti per poterle eliminare almeno in posizione statica, trova il plauso della società, dalla Uil di Pietro Di Fiore alla Consulta dei genitori con Maurizio Freschi ma non ancora il via libera definitivo dell’Azienda sanitaria. Il direttore generale Antonio Ferro, da cui Bisesti attende comunque il placet per ipotizzare uno strumento giuridico ad hoc, sta trattando con Roma in queste ore: «Valutiamo — afferma — ma d’intesa con il ministero». La rottura con il governo non è prevista.
A spingere l’assessore in questa direzione la data del 1° maggio, che sancirà la fine di numerose restrizioni, dal green pass in molti luoghi alla mascherine. Perché, è il ragionamento dell’assessore, si potrà andare al bar, in negozio e al lavoro senza il dispositivo e bimbi che non hanno mai visto il volto dei propri compagni in classe dovranno continuare a portarla per 8 ore al giorno? Roma però su questo appare sorda. Forse il timore che qualche focolaio possa portare a puntare il dito contro la scuola, fatta comunque di aule con 20-25 alunni, a volte anche 30, frena il governo. O forse perché la scuola è un luogo pubblico, a differenza degli altri dove la mascherina sarà tolta. «Apprezzo — ragiona Freschi alla guida della Consulta dei genitori— le parole dell’assessore che sembrano mirate a togliere le mascherine in classe. Se fossero stati veramente rispettati i protocolli previsti per il numero di studenti per classe e il relativo distanziamento non dovremmo avere problemi a permettere di chiudere l’anno scolastico senza tali dpi. Inoltre mantenerle dopo il primo maggio trasmetterebbe un messaggio molto negativo mostrando la scuola come un luogo a rischio per la salute e sarebbe estremamente contraddittorio il confronto tra le misure restrittive del mondo scolastico mentre si organizza un grande evento dove si prevede di assembrare più di 100.000 persone che difficilmente indosseranno mascherine. Auspico che il direttore Ferro, dopo la contraddizione sull’uso delle Ffp2 dichiarate da lui stesso inadeguate all’uso dei minori eppure fatte utilizzare nelle scuole, possa compiere un gesto di coerenza per i ragazzi».
Sulla stessa lunghezza d’onda Pietro Di Fiore, segretario della Uil scuola: «Nella secondaria, dove i ragazzi sono più consapevoli, nulla osta a levarle. Per altro i protocolli dello scorso anno lo prevedevano in posizione statica. Ma da maestro quale sono io credo che anche alla primaria sia cosa buona che i ragazzini rivedano i sorrisi dei propri compagni, magari compensando con una maggiore attenzione al rispetto delle altre misure, dal distanziamento all’areazione. Non dimentichiamo, e ne abbiamo le conferme da medici e psicologi, le difficoltà prodotte nei ragazzi da queste, seppure giuste, misure». In controtendenza Cinzia Mazzacca della Flc Cgil: «Io capisco il disagio ma credo si debba pensare alla sicurezza e molti virologi ci stanno dicendo che è l’ultima cosa da abbandonare perché è quella che proteggere di più. Quindi credo serva attenzione».

 

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