Riforma del Progettone. Non si cambia sulla pelle dei più deboli. Oggi presidio delle lavoratrici e dei lavoratori che chiedono di non snaturare la valenza sociale e garantire tutele per chi non potrà ricollocarsi
Il Progettone deve mantenere la funzione sociale per cui è nato e non va non snaturato. Lo hanno ribadito questo pomeriggio le lavoratrici e i lavoratori in presidio sotto il Consiglio provinciale. Una delegazione insieme ai sindacati ha incontrato anche i capigruppo consiliari di maggioranza e opposizione. All’incontro erano presenti il presidente Kaswalder e anche l’assessore Spinelli.
Il testo della riforma voluta dalla Giunta provinciale arriverà in Aula entro la fine del mese, ma potrebbe anche slittare a settembre e sui contenuti sindacati e lavoratori vogliono garanzie precise. Per prima cosa non va snaturata la valenza sociale dello strumento; in altri termini la priorità non deve essere ricollocare sul mercato del lavoro chi transita nel Progettone, ma tutelare i soggetti più fragili. “Nessun pregiudizio sulla ricollocazione, e siamo favorevoli al fatto che tutti vengano formati e incentivati a questo scopo. Bisogna però guardare in faccia la realtà e avere consapevolezza del fatto che non tutti potranno trovare una occupazione sul mercato ordinario”, sostengono Cgil Cisl Uil con Maurizio Zabbeni, Michele Bezzi e Walter Alotti e le categorie Flai, Fai e Uila, con Moreno Marighetti, Katia Negri e Fulvio Giaimo. I sindacati dunque chiedono garanzie adeguate affinché nessuno sia lasciato solo. Preoccupazioni raccolte dai consiglieri provinciali.
I sindacati pretendono sia inserita in legge una clausola sociale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. Clausola sociale che dovrà servire anche per tutelare la continuità occupazione degli addetti in caso di cambio affidamento. “Fino ad oggi ha funzionato un sistema di affidamento diretto del servizio a cooperative e terzo settore. In futuro non potrà più essere così, dunque i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori andranno tutelati”.
Altra questione su cui c’è massima attenzione è l’individuazione condivisa dei profili che potranno essere inseriti nel Progettone. Fino ad oggi il sistema si è retto su uno schema condiviso a tre, Provincia, sindacati, imprese. Così deve continuare ad essere per quanto riguarda regole di ingresso nel Progettone, anni dalla pensione, tipo di contratto offerto, diritti ai lavoratori. I sindacati chiedono che la legge preveda nero su bianco una vera e propria intesa tra imprenditori, sindacati e Provincia.
Infine il nodo delle risorse. L’intera riforma rischia di finire in una bolla di sapone se la Giunta non stanzierà le risorse necessarie a farla funzionare. In pratica i percorsi di ricollocazione e riqualificazione dovranno essere adeguatamente finanziati con risorse certe. “Senza stanziamenti il Progettone non può funzionare. Così però ci rimettono i lavoratori più deboli, ma anche la nostra comunità a cui questo strumento ha garantito una tenuta sociale anche nei momenti più complessi. Senza dimenticare quanto fatto in termini di beni pubblici”.
Al termine del breve confronto l’assessore Spinelli si è impegnato a convocare i sindacati la prossima settimana.
Trento, 8 giugno 2022
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