Corriere del Trentino – 25 giugno 2022

Sanità, sindacati duri «Riforma al buio» E la giunta stanzia 12 milioni per assumere

Trento Investimenti, Not, carenza di personale e progressive esternalizzazioni. Quando si parla di sanità in Trentino gli argomenti su cui discutere non mancano. E da più parti si invoca una riforma del settore intero. Lo sanno bene Cgil, Cisl e Uil che lanciano una, per dirla come il numero uno Uil Walter Alotti, «vertenza confederale della Sanità». Chiedono di sedere a un tavolo di confronto per «spingere la Provincia a rimettere la sanità al centro delle priorità della giunta». Poche ore più tardi, l’assessora alla partita Stefania Segnana annuncia lo stanziamento di 12,6 milioni per le assunzioni di nuovo personale sanitario. Quasi una risposta.
La vertenza dei sindacati nasce dalla richiesta di venire ascoltati da un assessorato poco incline al dialogo, su una riforma che appare ancora un enigma a un anno dall’annunci. Accuse rispedite al mittente dall’interessata che ribadisce a più riprese: «La riorganizzazione dell’Apss ha visto incontri partecipati da Cal, ordini professionali e categorie e per la medicina generale si è sottoscritto l’accordo con il comitato dei medici con dentro le sigle sindacali, come la Cisl».
Tuttavia, l’impressione è che i sindacati desiderino parlare soprattutto investimenti, inclusi quelli derivati dai fondi europei, e non, per dirla con il numero uno della Cgil Grosselli, «delle briciole, perché il progetto di riorganizzazione di Apss è stato finanziato con 400mila euro, lo 0,3% del budget». Su questo anche Gianna Colle della Fp Cgil mette il dito nella piaga: «Il presidente veneto Luca Zaia ha annunciato l’acquisto di un nuovo macchinario. Qui da noi solo donazioni da parte di associazioni». «Il Pnrr prevede fondi per le strutture e abbiamo ospedali come Rovereto, Cles e Cavalese che hanno grossi problemi fisici di spazio – osserva invece Alotti – e stendiamo un velo pietoso sul Santa Chiara, che dimostra tutti i suoi 50 anni». Sullo sfondo, il Not: «La giunta è responsabile di averlo bloccato dopo aver sostenuto un progetto fin da subito definito infattibile», conclude Grosselli.
L’altro tasto dolente è il personale. I 12,6 milioni di euro dovrebbero tamponare l’emorragia di medici stremati e sempre più inclini ad abbandonare il Trentino: «Noi non riusciamo neanche a garantire i riposi», spiega Giuseppe Varagone
della Uil Sanità. Eppure, «Sono aumentate le assunzioni a tempo indeterminato, segno che non c’è questo fuggi fuggi dalla Provincia», replica Segnana.
Infine, l’esternalizzazione dei servizi criticata dai sindacati: «Se l’idea di giocare sulle diverse retribuzioni salariali, è la qualità del servizio al paziente che ne risente», il commento di Michele Bezzi, segretario della Cisl.
Sabato 25 Giugno 2022 CORRIERE DEL TRENTINO PAG 5

 

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