Corriere del Trentino – 02 luglio 2022

Famiglie cooperative in piazza «Integrativo da rinnovare»

TRENTO Decine di lavoratori hanno manifestato ieri davanti alla sede di Federcoop. Oggetto della protesta il mancato rinnovo del «contratto integrativo provinciale delle Famiglie Cooperative del Trentino», scaduto da quattro anni e mezzo come puntualizzano Paola Bassetti (Filcams), Fabio Bertolissi e Lamberto Avanzo (Fisascat) e Vassiolios Bassios (Uiltucs). «Una trattativa difficile» puntualizza Italo Monfredini, vicepresidente vicario di Federcoop nonché delegato alle relazioni sindacali, strettamente «intrecciata ai bilanci delle cooperative».
«I numerosi tentativi per richiamare i rappresentanti delle Famiglie Cooperative alle loro responsabilità e ottenere finalmente un rinnovo contrattuale si sono dimostrati vani – affermano i tre segretari – per questo abbiamo deciso di protestare proprio qui in via Segantini». Una mobilitazione che ha già ottenuto un primo risultato: «Siamo stati ricevuti dal vicepresidente Monfredini e dal direttore Alessandro Ceschi. Ci è stata garantita la convocazione di un tavolo entro fine mese». Ma se non ci saranno risposte, la mobilitazione continuerà a partire da settembre: «Questo è certo – affermano i sindacalisti – perché il contratto integrativo delle 70 famiglie cooperative trentine è scaduto da 54 mesi e 1.800 lavoratrici e lavoratori attendono un rinnovo che non arriva proprio perché i vertici delle coop si sono fino a ora sottratti al confronto con i sindacati».
Per Bassetti, Bertolissi, Avanzo e Bassios «i dipendenti sono stanchi di vedere ignorate le loro richieste»: «Era stato programmato un incontro l’11 marzo scorso, annullato dalle famiglie cooperative con l’impegno di aprire il tavolo contrattuale entro Pasqua. Settimane e mesi sono passati senza che ci sia stato alcun incontro. Le famiglie cooperative hanno recuperato la sostenibilità economica, mentre i lavoratori e le lavoratrici sono in affanno per il carovita. Questa situazione non è più tollerabile». Le famiglie cooperative, oltre al piano occupazionale, supportano anche l’economia delle valli, grazie ai 350 punti vendita diffusi sul territorio che rappresentano sicuramente dei presidi sociali e culturali, non solamente economici: «Abbiamo l’onere e l’onore di preservare queste realtà. Oggi abbiamo ritenuto giusto lanciare un grido di allarme. Se non avremo risposte, la mobilitazione continuerà fin dal prossimo settembre».
Monfredini apre al dialogo e chiarisce i termini della questione: «Prendiamo atto di questa manifestazione che è legittima nell’ambito di una trattativa che non si è mai interrotta e che ha per oggetto l’integrativo provinciale; si tratta di una trattativa difficile e complicata, perché l’incidenza del costo di lavoro nelle cooperative di consumo è più alta dei concorrenti con i quali ci confrontiamo ogni giorno. Il tema di fondo è dunque — prosegue — la compatibilità di quanto garantito attraverso questo integrativo con i bilanci delle settanta cooperative e sarà il tema che porremo nella prossima convocazione del tavolo che sarà certamente fata entro la fine di questo mese ».

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