Assestamento. Più risorse per sostenere le famiglie, gli investimenti e la sostenibilità. Cgil Cisl Uil alla I Commissione: assurdo congelare 100 milioni di euro in un fondo di riserva. Questi soldi vanno spesi subito

Far ripartire gli investimenti privati, sostenere le famiglie di fronte al carovita e accelerare la svolta ecologica e sostenibile dell’economia trentina. E’ in questa direzione che deve guardare la politica provinciale. Con l’assestamento di bilancio, ma anche in una logica di più ampia programmazione che includa il bilancio di previsione 2023. In questo contesto congelare 100 milioni di euro dell’avanzo di amministrazione in un fondo di riserva nelle disponibilità della Giunta provinciale appare assurdo e lontano dall’obiettivo di sostenere la crescita economica in un momento di forte incertezza come quello attuale. Lo hanno sostenuto stamattina i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Marcella Tomasi, incontrando la I Commissione provinciale per presentare le proprie osservazioni sulla manovra di assestamento di bilancio.
Nel corso dell’audizione le tre confederazioni hanno posto sul tavolo le loro priorità. A cominciare dall’affrontare l’emergenza climatica, resa drammaticamente evidente anche dalla recente tragedia della Marmolada. Cgil Cisl Uil sollecitano la Giunta a dare priorità a politiche per la sostenibilità e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Non solo in chiave ambientale, ma anche economica e produttiva. Da qui la richiesta di politiche strutturali che sostengano gli investimenti privati nella produzione di energia fotovoltaica, mettendo in campo risorse aggiuntive per esempio rispetto ai 14 milioni stanziati per favorire l’investimento delle imprese nella produzione di energia fotovoltaica.
La scommessa sulla rivoluzione ambientale è decisiva anche per migliorare le dinamiche del mercato del lavoro e per rafforzare nel medio periodo la qualità della domanda di lavoro delle imprese locali. Cgil, Cisl e Uil sollecitano allora una ripresa della concertazione per affrontare insieme i nodi dell’occupazione in una prospettiva di medio termine. E non nascondono critiche all’Esecutivo per aver fatto calare il silenzio sugli impegni assunti con gli Stati generali del lavoro per la qualità dell’occupazione. I sindacati denunciano il fatto che nel Defp non c’è traccia dell’ampliamento degli organici dei centri per l’impiego indispensabile all’implementazione delle politiche attive del lavoro, né per il potenziamento di servizio lavoro e Uopsal per contrastare infortuni e irregolarità. Inoltre Cgil Cisl Uil propongono, con un emendamento ad hoc, di vincolare i benefici alle imprese al rispetto dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.
Altra priorità è sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e dei pensionati. In tal senso se è positivo il pur tardivo rinnovo dei contratti delle autonomie locali e della sanità è necessario adesso favorire la ripresa della contrattazione nel privato per adeguare le retribuzioni erose dal carovita, anche sostenendo i contratti territoriali a partire dal turismo.
Cgil Cisl Uil sollecitano poi Piazza Dante a mettere in campo una vera e propria politica dei redditi già con questo assestamento di bilancio raddoppiando la quota (25milioni di euro) stanziata ad oggi sul bonus bollette per arrivare a coprire 70mila nuclei, compresi single e pensionati, ma anche con ulteriori interventi quali la conferma strutturale gli stanziamenti sui sostegni alle famiglie e alla natalità, l’indicizzazione dell’Icef, aumento la deduzione per il reddito da lavoro femminile.
Sul fronte del welfare provinciale, detto della contrarietà sindacale alla privatizzazione della sanità e della necessità di un maggiore coinvolgimento sulle politiche sanitarie, le tre confederazioni ritengono indispensabile agire su un duplice fronte: stanziare maggiori risorse per l’estensione dei servizi di assistenza nel perimetro della riforma della sanità territoriale prevista dal Pnrr e, al contempo, per garantire adeguati livelli di retribuzione alle decine di migliaia di persone che operano nel sociale con contratti provinciali scaduti da 10 anni. Infine il tema casa: il bisogno abitativo in Trentino è in crescita e Itea, paradossalmente, non riesce ad assegnare nemmeno gli alloggi ancora liberi. Va aumentato il numero di alloggi sociali e a canone moderato.
Il rafforzamento del welfare provinciale richiede indubbiamente la disponibilità di maggiori risorse. Cgil Cisl Uil per finanziare nuove iniziative propongono, in analogia a quanto fatto dalla Giunta Kompatscher in Alto Adige, di eliminare gli sgravi Irap non selettivi garantendo così un aumento del budget provinciale tale da permettere nuovi investimenti nell’assistenza, nella sanità e nelle politiche per la casa.

 

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