l’Adige – 27 luglio 2022

Sait. Accordo lontano, licenziamenti vicini. L’ultima mediazione nei prossimi 30 giorni al Servizio Lavoro

TRENTO -Nubi sempre più fosche sul futuro lavorativo dei 70 magazzinieri del Sait per i quali da un mese e mezzo è partita la procedura di licenziamento collettivo. Ieri sono scaduti i 90 minuti del match per l’esame congiunto della procedura che ha dato il via agli esuberi, ma l’accordo tra azienda e sindacato non è stato trovato. Ora si aprono i tempi supplementari: 30 giorni di trattative davanti al Servizio Lavoro della Provincia. L’ipotesi che la trattativa si sblocchi a quel tavolo, per, rimane piuttosto remota e dunque si fa sempre più probabile che a fine agosto la procedura si concluda con le lettere di licenziamento.
Finora soltanto 4 lavoratori (l’ultimo ieri mattina) si sono convinti ad accettare la proposta di Sait e a passare armi e bagagli alla cooperativa Movitrento che nelle intenzioni del Consorzio da settembre prenderà in gestione esclusiva il magazzino di via Innsbruck. I sindacati, da parte loro, non mollano il punto: Filcams, Fisascat e Uiltucs si dicono pronte a ricorrere alle vie legali per tutelare i diritti dei lavoratori.
Ieri le categorie hanno incontrato i vertici Sait per l’ultimo tentativo di accordo. Le posizioni -come spiega una nota congiunta dei sindacati -sono rimaste lontane, sancite dalla firma di un verbale di mancato accordo.
Ora le regole vogliono che il confronto si sposti in Provincia. Nello specifico il Servizio Lavoro avrà a disposizione 30 giorni per convocare le parti e provare ad imbastire una trattativa. Se anche quest’ultimo tentativo di mediazione dovesse fallire l’azienda procederà con le comunicazioni di conclusione dei rapporti di lavoro.
Come noto -scrivono i sindacati -la procedura riguarda 70 magazzinieri. In pochissimi hanno accettato la proposta -da sempre definita “ricatto” dai lavoratori –di cedere il loro contratto a Movitrento entro il 30 giugno. «Tutto questo nonostante le “calde sollecitazioni” di Sait», commentano i segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher.
La vicenda ormai va avanti da inizio dell’anno, quando Sait ha comunicato la scelta di esternalizzare il magazzino. Una decisione a cui sindacati e lavoratori si sono opposti da subito «perché spiega la nota porterà ad un peggioramento delle loro condizioni di lavoro, del trattamento economico e non avranno nessuna certezza nel tempo di continuità occupazionale».
Per questo fin da subito Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno chiesto ai vertici Sait di adottare la strada della cessione del ramo d’azienda, maggiormente tutelante per i lavoratori.
Una richiesta che Sait dice di non poter prendere in considerazione per due motivi. La prima per questioni burocratiche. «Per l’investimento fatto sui pannelli fotovoltaici del magazzino -spiega il direttore Lucia Picciarelli -noi riceviamo un contributo di 450mila euro l’anno con l’obbligo di essere noi a sfruttare energia prodotta: non possiamo cederla ad altri». Il secondo aspetto è di tipo organizzativo: «Se cedessimo il ramo d’azienda a Movitrento per 5 anni, e poi si interrompesse il rapporto a quel punto non rientrerebbero in Sait solo i 70 magazzinieri, ma tutte le altre persone che sono di Movitrento. Di più, se il contratto finisse tra 10 o 15 anni ci ritroveremo in Sait non più i magazzinieri di adesso (magari andati in pensione, ndr) ma gente che non ha mai avuto rapporti di lavoro con l’azienda». Insomma, conclude Picciarelli «è un impegno eccessivo per il futuro dell’azienda». Va detto, per altro, che i sindacati ritengono queste motivazioni «non fondate».
Per questa ragione appena partiranno i licenziamenti Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno fatto capire di essere disposte ad arrivare al tribunale per difendere i lavoratori.
«Quella che si va profilando -commenta ancora Picciarelli -è la ovvia conclusione di un percorso irto di ostacoli per la poca volontà di dialogare nel merito riguardo la cessione del contratto. Da parte sindacale non si è mai riscontrato interesse nel voler approfondire la proposta e la clausola sociale».
Il direttore poi fa capire che in queste settimane di stasi il Sait non è rimasto con le mani in mano ed ha già avviato un piano per arrivare pronto ai primi di settembre. «Già da metà giugno si è capito che si sarebbe arrivati a questa conclusione e credo che la mediazione al Servizio Lavoro non porterà grandi passi avanti, Ci siamo mossi per dare tempo alla cooperativa Movitrento di trovare le persone da impiegare nel nostro magazzino in alternativa ai lavoratori attuali. Non possiamo fare altrimenti perché non possiamo giocare d’azzardo sul futuro dell’azienda». «Ma se qualcuno di loro ci ripensasse -conclude sibillino il direttore -la disponibilità rimane in piedi».

 

Scarica il pdf: ADIGE ART Sait ART 270722