l’Adige – 30 settembre 2022

Il mondo di impresa e lavoro «Il quadro sta peggiorando il nuovo governo intervenga. E l’automomia va tutelata»

Attesa e preoccupazione, nella pancia del Centro Congressi di Riva del Garda sono i sentimenti in pole position del Trentino che conta: 600 invitati che rappresentano il mondo imprenditoriale, del lavoro, del terziario e ovviamente della politica. Le elezioni sono fresche di appena quattro giorni, il risultato è netto, chiaro e per Confindustria – che pure aveva mal digerito la brusca fine dell’esperienza del governo di Mario Draghi, considerato un baluardo sul quale contare in un momento complicato come questo -, è un segnale positivo, almeno un punto di partenza. I dati che vengono snocciolati rivelano come il Trentino sia primo della classe per sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ma il quadro si sta rapidamente deteriorando. Bisognerebbe fare in fretta.ma i riti della politica non contemplano scorciatoie nemmeno adesso.
«Siamo nel bel mezzo di una tempesta perfetta», declama all’avvio dei lavori dell’assemblea annuale di Confindustria, Lorenzo Tovazzi, responsabile dello Studio Ambrosetti, una situazione come non si vedeva da un pezzo: la pandemia, la guerra in Europa, l’inflazione, la scarsità di materie prime, il caro energia scatenato dall’esclation del prezzo del gas. Uno scenario che rischia di mettere all’angolo anche un’isola felice come il Trentino. «Rispetto alla pandemia qui non si vede la fine», ammette Roberto Simoni, presidente della Federazione trentina della cooperazione, che al nuovo esecutivo chiede sostanzialmente due cose: «Interventi emergenziali per le famiglie e le imprese e quelli invece più strutturali, con procedure più snelle per poter sfruttare fonti energetiche alternative. Siamo ancora in attesa dei decreti attuativi per l’idroelettrico». Tagliare la burocrazia vale quanto quello del cuneo fiscale. Le idee il mondo del lavoro del Trentino le ha chiare. In una terra ricca di acqua e boschi, l’energia ce la si può fare da soli: biomassa è la parola d che balza di bocca in bocca, da quella di Fausto Manzana che da presidente di Confindustria fa da padrone di casa a Marco Segatta, presidente della sezione provinciale degli artigiani. «La metanizzazione non si può fermare ma almeno possiamo nelle vallate sfruttare il patrimonio dei boschi», dice il secondo. Un’operazione che, secondo Manzana, permetterebbe pure di tenere i boschi in ordine.
Il trentino primo in tutto per i sindacati presenta è in realtà una cartolina in bianco e nero. Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che siedono in platea, mettono in risalto «la divergenza in atto tra Trento e Bolzano, l’alto livello di diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il peggioramento degli indicatori riferiti alla sostenibilità ambientale e sociale». Bene investire nella sostenibilità ambientale, dicono in una nota, ma bisogna farlo, anche sul capitale umano. «Se non si inverte l tendenza sui salari. gli interventi sul cuneo fiscale resterebbero un pannicello caldo», ammoniscono.
E poi l’avanzata della destra rimette al centro della discussione il destino dell’autonomia: non è un caso che il primo applauso Manzana lo ottenga quando evoca la sua difesa. «Mai come in questo momento – interviene sul tema Alessandro Olivi ,ex assessore all’Industria del Pd – il Trentino deve mostrarsi una comunità compatta di fronte alla destra che per sua natura mette rivendica una supremazia dello Stato. Ed è un bene che gli industriali considerino l’autonomia non come un bene acquisito, un privilegio ma come una grande opportunità di sviluppo». Il pensiero di Olivi corre al pericolo che può correre la felice intuizione della giunta di centro sinistra: «L’assegno unico provinciale», antenato del reddito di cittadinanza che la nuova maggioranza pare intenzionata a ridimensionare.
«Resto convinto – è il pensiero di Manzana – che si debba chiedere un governo europeista, atlantista in grado di avere rapporti chiari, puliti con la nostra autonomia». E Alotti della Uil si fa una domanda solo apparentemente retorica: «Come si comporterà la nuova delegazione trentina a Roma? Sinora si era accodata alla Svp, ma adesso?». Segatta è convinto che «non ci sarà alcun attacco all’autonomia che è forte e che la comunità trentina ha saputo sfruttare bene come dimostrato questi dati».

 

Scarica il pdf: Confindustria ART 300922 2