Corriere del Trentino – 19 ottobre 2022

La Corte dei Conti blocca i rinnovi contrattuali. Fumata nera per il personale Ata e Infanzia. Caso alla Consulta. I sindacati: troviamo una via

TRENTO Era tutto pronto, bastava una firma. Le proposte dei sindacati erano state accolte e la Provincia aveva messo a disposizione altri 300.000 euro, di cui 238.000 euro solo per il personale Ata-Ae. In sintesi oltre all’aumento del 5% sul tabellare e il riconoscimento degli arretrati per gli anni 2019-2020-2021 si incrementavano gli obiettivi del fondo Foreg. Risultato: il personale Ata avrebbe avuto un aumento in busta paga di 80 euro e i docenti di formazione professionale provinciale e gli insegnanti della scuola dell’infanzia di 20 euro. Ma l’intervento a gamba tesa della Corte dei Conti ha rimesso tutto in gioco e il tavolo di lunedì in Apran si è chiuso con un nulla di fatto.
La Corte dei Conti ha infatti impugnato davanti alla Corte Costituzionale l’articolo 60 bis della legge di assestamento approvata dalla Provincia a fine estate. Nel mirino, in particolare, l’articolo che permetteva il riconoscimento degli arretrati e l’aumento del 5%, in quanto superiore al tetto del 4,2% deciso a Roma. Eppure c’è una sentenza della stessa Consulta, di una decina di anni fa, secondo la quale per le province autonome di Trento e Bolzano i rinnovi contrattuali non devono passare al vaglio della Corte dei Conti, ma solo della Ragioneria provinciale. Ora deciderà la Consulta, ma ci vorrà tempo.
Nel frattempo il personale tecnico, amministrativo e ausiliario e gli insegnanti delle scuole dell’infanzia attendono. O meglio la Provincia sarebbe pronta a firma, ma con una clausola che obbligherebbe, in caso di una sentenza sfavorevole, di «restituire la quota contrattuale eccedente». Lo si legge, nero su bianco, nella delibera di giunta, la numero 1772, dello scorso ottobre: «La Provincia delibera di incaricare Apran a proporre, per il completamento delle procedure di rinnovo dei contratti collettivi provinciali di lavoro per il triennio contrattuale 2019-2021, una clausola per disciplinare gli eventuali effetti conseguenti alle segnalazioni effettuate dalla Corte dei Conti successivamente alla parifica del rendiconto della Provincia per l’anno 2021». Tradotto: se andrà male sul piano giuridico gli insegnanti dovranno restituire una parte dei soldi ricevuti.
«Con questa clausola non siamo disposti a firmare», commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pietro Di Fiore. La Uil sollecita Piazza Dante affinché si trovi una soluzione in tempi brevi. «Avevamo lavorato bene — afferma — attraverso un confronto serrato eravamo riusciti a portare a casa un accordo dignitoso, le risorse ci sono e sono state accantonate, troviamo la strada per farlo».
È della stessa idea Monica Bolognani, segretaria regionale della Cisl Scuola: «Con l’impegno di tutti siamo riusciti a raggiungere una proposta interessante, la notizia dell’intervento della Corte dei Conti è stata una doccia fredda, siamo arrivati al tavolo disorientati». Bolognani cerca di essere propositiva: «Cerchiamo insieme una soluzione, dobbiamo affrontare nel migliore dei modi questo problema affinché il lavoro fatto non venga vanificato».

 

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