Corriere del Trentino – 04 novembre 2022

Bilancio, previsti 1,8 miliardi per le opere pubbliche

Trento Una legge finanziaria scritta osservando quello che succede in Ucraina. Cioè l’aumento dei prezzi dell’energia e l’inflazione che si abbatte sulle famiglie. Così dice il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti nel momento in cui ieri l’ha presentata alle categorie economiche e alle parti sociali. «Realista», la definizione che Fugatti stesso ha dato di questo bilancio da 4,7 miliardi di euro.
Nel provvedimento trovano spazio alcune conferme e qualche novità, come il bonus di 5000 euro per i nuclei famigliari numerosi. Tra le conferme, lo stanziamento di risorse proprie per 1,8 miliardi destinate alle opere pubbliche. L’anno prossimo a queste si aggiungeranno altri 2,5 miliardi derivanti da fondi specifici, in particolare quello per le Olimpiadi e il Pnrr. Poi trovano spazio i 100 milioni in favore alle famiglie e i 25 per sostenere le piccole imprese colpite dal caro-bollette.
E infatti su tutto ciò grava l’ombra dei rincari. La Provincia ha dovuto adottare misure specifiche per i contratti di appalto proprio a causa del caro materiali. Ed è quindi prevista una modifica delle regole di rinegoziazione.
In generale, l’economia provinciale, evidenziano dalle parti di Piazza Dante, ha mostrato una doppia faccia nel 2022. Il primo semestre è stato di crescita, con performance notevoli soprattutto nel periodo che va tra aprile e giugno. Si tratta di un aumento del Pil anno su anno del 3,7%, superiore alla media nazionale. Tuttavia le stime degli imprenditori e le indagini sul clima di fiducia già evidenziano un rallentamento nei restanti mesi dell’anno. In più incombe lo spettro della recessione tecnica, prevista tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. «Stiamo affrontando una fase complessa della nostra storia, caratterizzata da una forte incertezza e da possibili cambiamenti repentini — commenta Fugatti — Per questo motivo la legge di bilancio guarda in particolare ai prossimi 6-9 mesi». E conclude: «L’aggravarsi delle difficoltà nell’approvvigionamento di fonti energetiche sta pesantemente incidendo sulle previsioni del 2023».
Un moderato ottimismo lo esprime però l’assessore al Lavoro, Achille Spinelli: «Il sistema economico trentino ha dimostrato la propria resilienza nel periodo più complesso dell’emergenza Covid. Questo ci porta a ritenere che, nonostante le previsioni, è necessario dare fiducia al 2023, alla luce degli investimenti realizzati».
Decisamente più scettici i sindacati, presenti all’incontro di ieri. In una nota congiunta, Cgil, Cisl e Uil definiscono la norma, «una manovra vuota». E sostengono: «In un bilancio simile a quello dell’anno scorso la Giunta non inserisce nessun provvedimento che possa sostenere la crescita economica e la sua sostenibilità, provando a portare il Trentino fuori dalle secche di una crisi che tutti gli indicatori danno per imminente. Gli investimenti sulle opere pubbliche sono sempre gli stessi, nulla per spingere davvero sulla transizione ecologica e sull’energia da fonti rinnovabili, nè per tutelare il territorio dal cambiamento climatico». E fatto salvo il bonus per il terzo figlio, non ci sarebbe «nessuna misura per le famiglie contro il caro vita, né per incentivare le aziende ad aprire tavoli di contrattazione per aumentare le retribuzioni». Un punto questo, diretto proprio alla Provincia, il più grande datore di lavoro del Trentino. Se infatti non apre lei le trattative, dicono, «è difficile pensare che si faccia nel privato». Infine l’ultima critica è diretta ai rapporti con gli enti locali. La scelta di non stanziare subito i 70 milioni per permettere ai Comuni di chiudere i bilanci si tradurrà — dicono le sigle — in un aumento delle tasse e nel taglio dei servizi di assistenza agli anziani e di fondi agli asili nido.

Scarica il pdf: CORRIERE bilancio ART 04.11.2022