Corriere del Trentino, Il T – 07 dicembre 2022

Dirigente scolastico trasferito, la Provincia sconfitta in appello

TRENTO È una sentenza destinata a fare scuola e rappresenta un precedente giuridico importante che potrebbe aprire la strada ad altri ricorsi analoghi o magari indurre la Provincia a un ripensamento sulle modalità di trasferimento dei dirigenti scolastici. Partendo da un concetto fondamentale che il segretario generale della Uil Scuola, Pietro Di Fiore, ci tiene a precisare: «Sono lavoratori che hanno dei diritti e non possono essere trattati come sudditi».
A distanza di poco più nove mesi dalla pronuncia di primo grado del Tribunale di Rovereto la Corte d’appello di Trento Sezione lavoro ha ribaltato la pronuncia del giudice Michele Cuccaro e ha accolto il ricorso di Giuseppe Santoli, ex dirigente scolastico del liceo scienze umane Filzi, contro il trasferimento all’istituto tecnico Fontana di Rovereto dopo solo tre anni di mandato. La durata di regola è di sei anni. Il «balletto» di dirigenti scolastici ha più volte scatenato polemiche e discussioni anche in consiglio provinciale. Ma è la prima volta che il tema viene affrontato nelle aule di giustizia, un passaggio che lo stesso Santoli, sperava di evitare, preferendo di gran lunga la via della conciliazione. Strada che lo stesso sindacato aveva tentato di imboccare, ma senza risultati. «La Provincia esercita delle competenze, non il libero arbitrio», afferma Di Fiore.
Ancora non si conoscono le motivazioni della decisione dei giudici, ma la Provincia incassa una sconfitta anche sul fronte delle spese, la Corte ha infatti condannato Piazza Dante anche al pagamento delle spese di giudizio sia di primo che di secondo grado. Una vittoria importante per il dirigente scolastico ma lo è soprattutto in prospettiva per altri colleghi che, come lui, sono stati trasferiti anzitempo senza una chiara motivazione.
In primo grado il giudice con una stringatissima motivazione riassunta in poche righe aveva dato ragione alla Provincia ritenendo l’accordo del 27 maggio 2021 non vincolato a un termine di durata minima dell’incarico, «bensì — scriveva — individua in sei anni la tendenziale durata massima dell’incarico».
Tesi non condivisa dalla Corte che, evidentemente, è di tutt’altro avviso e ha probabilmente (lo si capirà leggendo le motivazioni) condiviso il ragionamento giuridico fatto dagli avvocati Attilio Carta e Stefano Tomaselli che rappresentano Santoli. In particolare — come si evidenzia nel ricorso — lo spostamento ad un’altra sede dopo tre anni di direzione anziché dopo sei, come è previsto dalla contrattazione collettiva è «assimilabile, sotto il profilo della illegittimità, a una revoca anticipata senza motivazione». Secondo la difesa del dirigente la Provincia può revocare l’incarico nei primi sei anni solo per ragioni debitamente motivate e secondo i criteri fissati nella concertazione sindacale. Un principio che ha duplice valore, in quanto toglie alla Provincia il potere di ruotare i dirigenti scolastici senza una motivazione precisa e vanifica la possibilità dei dirigenti si aspirare, dopo quattro anni di servizio, a un incarico di fascia superiore.
Ma facciamo un passo indietro. Santoli era stato trasferito con una delibera del 10 agosto 2018, una decisione incomprensibile agli occhi del preside che si era rivolto alla Uil Scuola. Da qui è iniziata la lunga battaglia, prima i tentativi di accordo, falliti, poi il ricorso al giudice del lavoro. Gli avvocati del sindacato nel ricorso hanno ricordato che «le disposizioni contrattuali collettive, nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato, una volta concordate, sono vincolanti per l’amministrazione».
«È un vittoria importantissima — continua il segretario della Uil Scuola — i dirigenti scolastici hanno diritto a una mobilità trasparente come tutto il personale insegnante e Ata. Nel caso specifico non abbiamo capito il motivo del trasferimento, parlare di motivi organizzativi non significa niente. La concertazione dei criteri sulla mobilità indica che la Provincia può trasferire solo per motivi importanti e devono essere a conoscenza del dirigente e del sindacato».
Intanto la Uil Scuola ha proclamato lo stato di agitazione dopo il mancato rinnovo del contratto del personale Ata-Ae, dei docenti per la formazione professionale provinciale e gli insegnanti della scuola dell’infanzia. Avviate azioni di protesta.

 

Scarica il pdf: CORRIERE, IL T scuola ART 071222