Il T – 27 dicembre 2022

Sindacati: «Si torni a investire sul welfare» Simoni: «Valorizzare il mondo dei giovani»

Federcoop e sindacati rilanciano la proposta de il T di istituire un Osservatorio trentino sulle disuguaglianze. «È fondamentale per orientare e rendere efficaci le politiche pubbliche», affermano in una nota congiunta i segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Che invitano la Provincia a «tornare ad investire nelle politiche di coesione ed inclusione sociale». Roberto Simoni, presidente della Federazione trentina della coopera“zione, centra l’attenzione sulla formazione dei giovani e l’apporto delle cooperative sociali.
Affrontare un macro-tema, come quello delle disuguaglianze, richiede però di «superare logiche eminentemente elettoralistiche», sottolineano Andrea Grosselli (Cgil), Walter Alotti (Uil) e Michele Bezzi (Cisl). «Il rischio di vedere crescere le diseguaglianze — avvertono — riguarda anche il Trentino e si aggrava in un contesto in cui l’inflazione e quindi il costo della vita si impennano penalizzando i redditi medio bassi. Per questo la proposta di dar vita ad un centro studi che analizzi il fenomeno delle disuguaglianze a tutti i livelli dentro la società trentina e nei diversi territori è sicuramente positiva. Perché questo funzioni però, va garantita in primo luogo piena autonomia e terzietà all’osservatorio». Attualmente i sindacati non rilevano livelli «allarmanti» di disuguaglianze, ma nel tempo — precisano — si è assistito ad una erosione dei livelli di benessere. «E le trasformazioni in atto nel tessuto economico e sociale, sul fronte demografico, su quello della rivoluzione digitale e in forza degli impatti dei cambiamenti climatici, rischiano di generare vincitori e vinti anche in Trentino proprio nelle classi sociali meno abbienti — sostengono i tre segretari — Di fronte a queste sfide epocali, se il welfare arretra sono proprio queste fette di popolazione ad andare maggiormente in crisi. È proprio tra lavoratori dipendenti e pensionati che aumenta il rischio di scivolare in povertà». Fondamentale poi, secondo i sindacati, «una più giusta distribuzione della ricchezza prodotta sul territorio, sostenendo la contrattazione collettiva per far avanzare le retribuzioni e intervenendo sui fattori che erodono maggiormente il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare i costi delle abitazioni». «Servono — concludono — politiche equitative perché, come dimostrano i dati di Ambrosetti, le dichiarazioni dei redditi non sono indicative della distribuzione reale della ricchezza. Si creano le stesse distorsioni prodotte dall’indicatore di sviluppo territoriale voluto dalla Giunta provinciale: Cles risulta il territorio più ricco mentre Dambel quello più povero, eppure distano meno di 15 chilometri di distanza e vivono entrambi di agricoltura. Per questo servono Icef ed Isee per verificare il vero grado di benessere di famiglie e comunità».
Una maggiore distribuzione dei redditi viene ritenuta necessaria perché «l’aumento marcato delle disuguaglianze è ormai un dato di fatto — considera Roberto Simoni, presidente di Federcoop — E capirne i motivi attraverso un osservatorio ad hoc potrebbe essere molto utile. La Cooperazione può dare un apporto significativo: siamo un termometro su diversi fronti, dal sociale ai consumi, fino al settore del credito». Il sostegno al ceto medio e alle fasce più fragili della popolazioni, però, «non deve passare solo attraverso politiche assistenziali — osserva Simoni — Bisogna puntare sui giovani dandogli competenze, quindi “formazione, per garantirgli una prospettiva di lavoro . E dall’altro lato bisogna puntare sul sociale, sulle realtà cooperative come possibilità di lavoro per le persone meno fortunate o a volte con difficoltà fisiche: questo va fatto, però, potenziando le capacità economiche dei bandi, nella logica che diventano opportunità lavorative».

Scarica il pdf: IL T disuguaglianze ART 271222