Corriere del Trentino – 17 febbraio 2023

Corte dei Conti, sferzata alla Provincia«L’autonomia non è sovranità»

TRENTO Una provincia «poco incline a denunciare il danno erariale», un’amministrazione «renitente agli obblighi legali e tendenzialmente propensa a giustificare l’operato ritenuto illecito».
A pochi mesi dalla fine del mandato del governo provinciale leghista e dalle elezioni la stoccata del procuratore regionale della Corte dei Conti, Gianluca Albo, che ha preso la parola dopo la presidente Chiara Bersani, in occasione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, lascia l’amaro in bocca.
Il presidente Maurizio Fugatti, seduto nelle prime file insieme al presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder e al sindaco Franco Ianeselli, non si scompone. Resta in silenzio. Non commenta, ma è chiaro che le parole del procuratore non lasciano indifferenti. Tanto più perché non si limita a fotografare il modus operandi di un’amministrazione che fatica a denunciare, ma va oltre e tira in ballo l’autonomia che «non è sovranità», dice. «Risulta inoltre — sottolinea nella sua relazione — assai poco condivisibile il ritenere la deviazione da consolidati modelli legali nazionali, giustificata dal regime di autonomia». E ancora: «Massimo è, e sarà, il rispetto per l’autonomia, ma l’autonomia non è sovranità e la Procura della Corte dei Conti — avverte — non indugerà a intervenire se l’autonomia nella gestione delle risorse pubbliche non dovesse aderire ai binari della legalità e del buon andamento, di cui i principi di economicità e sana gestione finanziaria costituiscono espressione e solida base di contrasto giuridico di qualsiasi manifestazione di mala gestio».
Poi ricorda i macro temi finiti al centro di accesi dibattiti politici, sui quali è intervenuta la Corte Costituzionale e cita alcuni esempi: dal caso Itas e della Provincia «socio sovventore» alle iniziative intraprese per la pandemia da Covid -19 e, non ultimo, «lo sconfinamento nei limiti statali nella materia delle grandi derivazioni idroelettriche». Poi un nuovo affondo: «La ricerca del benessere da parte del legislatore provinciale non si è, invece, rivelata inclusiva quando ha previsto rigorosi limiti di radicamento territoriale per accedere ad alcuni servizi e benefici di primario rilievo sociale».
L’aprile scorso la Consulta ha infatti ordinato alla Provincia di modificare il regolamento presidenziale dei requisiti per richiedere l’assegno di natalità ed è di ieri il nuovo appello di Cgil, Cisl, Uil e Acli che chiedono a Piazza Dante di eliminare il vincolo «discriminatorio» dei dieci anni di residenza per il reddito di cittadinanza.
Sullo sfondo di una relazione dai toni duri ci sono i numeri: nel corso del 2022 sono stati depositati 25 inviti a dedurre nei confronti di 69 persone per un importo contestato di 7 milioni e 549.353 euro, 20 atti di citazione per un totale di 2 milioni e 135.760 euro. Nel corso dell’anno la Procura ha recuperato 234.831 euro in fase istruttoria, 98.815 euro in seguito all’invio di un invito a dedurre, 631.577 euro nella fase di esecuzione della condanna, altri 19.878 euro versati persone che hanno aderito al rito monitorio. In totale sono stati recuperati 886.186 euro. Nel 2022 nei giudizi di responsabilità su 1 milione e 455.159 euro ci sono state condanne per 409.365 euro. Complessivamente sono state depositate 79 denunce alle quali vanno aggiunte 37 denunce arrivate dall’azienda sanitaria.
In un quadro generale contraddistinto da più ombre che luci, la Procura regionale però sottolinea «il virtuoso esempio di autocorrezione operato in materia di rimborsi spese per i consiglieri regionali». L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale aveva infatti aggiustato il tiro sul sistema dei rimborsi dei consiglieri regionali e con una delibera ad hoc ha adottato una dettagliata disciplina delle tipologie di missioni che possono essere rimborsate.
Tornando ai numeri, al primo gennaio erano pendenti 1.820 istruttorie della Corte dei Conti che sono scese a 1.101 il 31 dicembre scorso dopo l’archiviazione di 801 segnalazioni. «Le sentenze di condanna — ha spiegato la presidente della Sezione giurisdizionale del Trentino Alto Adige Chiara Bersani — hanno riguardato casi di indebita erogazione di contributi e benefici a soggetti privato». Ha poi ricordato che «la maggior parte delle sentenze sono state emesse a titolo di sentenza grave. La condotta è consistita in un errore grave, ossia nell’erronea applicazione del diritto». Non c’è stato dolo quindi.
La presidente Bersani e il procuratore Albo hanno poi ricordato la sfida del Pnrr che dovrà essere monitorato, ma l’auspicio, sintetizzato venerdì anche dal presidente nazionale della Corte dei Conti, Guido Carlino, presente ieri alla cerimonia, è che gli enti pubblici, Comuni compresi, sappiano gestire al meglio l’importante flusso di denaro in arrivo rispettando tempistica e principi di economicità. In prospettiva, ha poi aggiunto la presidente della Corte dei Conti, «confido nello sforzo congiunto di tutti i vertici delle amministrazioni affinché nel proprio settore di attività — ha spiegato — trovino inderogabile attuazione i principi che presiedono a un a ponderata e corretta gestione e ogni singolo agente, nell’istituire e operare le scelte di sua competenza, contribuisca in modo pieno e responsabile al risultato finale al quale il frammento di azione a lui riferibile».

 

Scarica il pdf: CORRIERE autonomia ART 170223