Trentino, Corriere del Trentino – 21 febbraio 2023
«Prevenzione e investimenti, ci devono ascoltare». L’appello degli Ordini e dei sindacati. Un progetto per custodire la memoria del Covid
TRENTO Sono trascorsi tre anni dal primo caso di Covid diagnosticato in Italia. Era un trentottenne ricoverato nell’ospedale di Codogno. La pandemia è stata come uno tsunami e ha svelato le fragilità del sistema sanitario italiano e anche trentino. Ora, a distanza di tre anni, in occasione della Giornata nazionale del personale sociosanitario e assistenziale, istituita non a caso nell’anniversario della scoperta a Codogno del paziente uno, i sanitari chiedono alla politica maggiore attenzione e di essere ascoltati. Un grido d’allarme, una richiesta di aiuto che è stata rinnovata anche ieri nel breve incontro in Piazza Dante.
«Serve maggiore attenzione al disagio psicologico dei giovani, all’aumento delle malattie croniche, all’invecchiamento della popolazione, ma anche al benessere psicologico di tutti coloro che nelle corsie degli ospedali e negli studi medici hanno combattuto in prima linea contro la pandemia», ha spiegato Roberta Bommassar, presidente dell’ordine degli psicologi della Provincia di Trento, intervenuta in rappresentanza degli 11 ordini delle professioni sanitarie, che in Trentino raccolgono quasi 14mila iscritti. «Bisogna investire e non tagliare» ha continuato Bommassar, sottolineando l’importanza di fare rete, di unire le forze dei diversi ordini delle professioni sanitarie per lavorare in sinergia. «Ci sono molte difficoltà — continua la presidente degli psicologi — sappiamo che le risorse devono essere centellinate, però abbiamo bisogno di fare rete e di essere ascoltati».
Nei diversi interventi che si sono alternati in piazza Dante — erano presenti anche l’assessora Stefania Segnana, che ha ricordato l’importanza di lavorare uniti, e il direttore dell’azienda sanitaria Antonio Ferro — è stato lanciato un forte l’appello per rimettere al centro la salute pubblica e la sanità partendo dalla carenza di personale sanitario e dalle liste d’attesa. I sanitari spingono sull’importanza di fare rete senza dimenticare la lezione del Covid e di «investire sulla prevenzione e sulle cure socio- sanitarie e socio-assistenziali». Un obiettivo che si può concretizzare solo attraverso il potenziamento del sistema sanitario pubblico, la valorizzazione del personale e della medicina territoriale. Anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil ieri hanno rilanciato l’importanza della prevenzione, della centralità degli investimenti e il ruolo chiave della collaborazione. Sotto la sede del consiglio provinciale c’erano anche i rappresentanti del mondo del volontariato, anche loro in prima linea durante la pandemia. «Dobbiamo ricordare chi in questi anni non si è tirato indietro — ha continuato il presidente delle Acli, Luca Oliver — la politica sanitaria del futuro va costruita, è in gioco la salute dei cittadini». Un pensiero condiviso anche da Renzo Dori, presidente della Consulta provinciale per la salute, il quale ha ricordato che la «fiducia verso un futuro diverso è possibile», ma solo lavorando insieme.
Infine Cgil, Cisl, Uil e Acli hanno fatto propria la richiesta del presidente della Fondazione Museo Storico di avviare un progetto di valorizzazione e conservare la memoria del Covid, custodire le testimonianze di quanti si sono spesi, nel lavoro e nel volontariato, in prima linea, aiutando tutti a rialzarsi. Un progetto a cui sta lavorando la Fondazione.
Scarica il pdf: TRENTINO, CORRIERE sanita ART 210223
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