Trentino – 21 aprile 2023

I politici si aumentano l’indennità del 14%. I sindacati: «Vergognoso, e lo sanno bene»

TRENTO. Nella lunga seduta di mercoledì, a Bolzano, il Consiglio Regionale non è riuscito (diciamo così) ad agire sulla norma della «paga» e la «pensione» degli stessi consiglieri. Niet alle proposte di legge (di Team K, minoranze e 5 Stelle) che chiedevano di annullare l’automatismo degli aumenti in adeguamento all’inflazione Istat. Giusto per ricordare i nomi e i cognomi: la maggioranza regionale – Svp, Lega Salvini, Forza Italia, Patt – a cui si è aggiunto anche Fratelli d’Italia, si è espressacontro la cancellazione della rivalutazione dell’indennità che è stata proposta da tre disegni di legge con analogo contenuto presentati da Filippo Degasperi (Onda) Team K e Verdi e sostenuto dalle opposizioni compatte.
L’aumento «automatico»
Qual è la conseguenza? Dall’1 gennaio 2024 scatta il nuovo aumento delle indennità «automatico»: i consiglieri provinciali del Trentino e dell’Alto Adige vedranno aumentare la loro indennità – oggi pari a 10.445,93 euro lordi al mese – del 12-14% per l’adeguamento all’inflazione per il 2022 e il 2023, che si traduce in circa 1.450 euro in più, oltre all’analogo incremento del rimborso spese forfettario che è di 746 euro netti. Cosa che ogni lavoratore dipendente italiano si sogna.
L’attacco dei sindacati
Ieri i segretari generali di Cgil Cisl e Uil hanno attaccato frontalmente. «Non ci sono le risorse per i contratti o per adeguare le misure di welfare, ma si aumentano l’assegno del 14%, mentre le retribuzioni perdono potere d’acquisto».
Dice il documento sindacale: «Sono rimasti in silenzio, con la testa sotto la sabbia, perché sanno che non bloccare l’aumento delle indennità è vergognoso e insostenibile davanti all’opinione pubblica, ma non hanno fatto nulla per fermare l’adeguamento delle loro retribuzioni all’inflazione. Quanto avallato ieri in Consiglio regionale, con il beneplacito anche della Lega che governa il Trentino, offende i lavoratori senza contratto, le famiglie che non arrivano alla fine del mese e tutti i pensionati che si sono vista tagliata la rivalutazione degli assegni. Si tratta di odiosi privilegi».
Per loro la «scala mobile»
Cgil Cisl Uil del Trentino prendono posizione contro la decisione con cui la maggioranza regionale, con l’appoggio anche di Fratelli d’Italia, ha messo fuori gioco i tre disegni di legge che bloccherebbero gli aumenti legati all’inflazione delle retribuzioni dei consiglieri regionali. «Per loro prevedono la scala mobile, mentre per i comuni cittadini che pagano le tasse la giunta Fugatti dice di non avere le risorse per adeguare le misure di welfare, né per garantire un vero rinnovo contrattuale a sanitari, insegnanti e dipendenti provinciali», insistono i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti ricordando che mentre l’indennità dei consiglieri regionali crescerà del 12-14% gli stipendi contrattuali a livello nazionale sono aumentati di un misero 1,1% nel 2022 a fronte di un’inflazione che a marzo è ancora in crescita di oltre l’8% in regione.
Per i lavoratori, nien te in busta
«I politici regionali usino questo parametro per i loro aumenti – insistono i sindacati – adeguandosi alla realtà quotidiana di tutti i lavoratori. Lo scrive an-
che il ministro Giorgetti nel recentissimo Def che gli stipendi non devono salire in modo automatico. E perché questo dovrebbe valere per i comuni mortali che faticano ad arrivare alla fine del mese e non per i politici? Quella voluta da Svp, Lega, Patt e Fdi sull’adeguamento automatico delle retribuzioni dei consiglieri all’inflazione regionale è una legge vergognosa che andava cambiata subito. Al di là delle buone intenzioni espresse a parole non si è fatto nulla e siamo ormai a fine legislatura. Troppo tempo si è perso, volutamente e
colpevolmente», concludono.
Un altro fronte caldo
Non è l’unico fronte di scontro: i sindacati stanno infatti attendendo spiegazioni dalla giunta sul fronte della variazione di bilancio: «Non si dice nulla su come verranno destinate centinaia di milioni di euro, mentre le famiglie sonoin difficoltà. L’unica priorità è decidere da soli in vista delle prossime elezioni».
Per Cgil, Cisl e Uil, «La Giunta Fugatti vuole tenersi le mani libere per usare le risorse pubbliche avanzate dal bilancio
dell’anno passato evitando ogni vero confronto con le parti sociali. Volutamente, infatti, si appresta a portare in Aula una variazione di bilancio con qualche centinaio di milioni di euro, ma totalmente al buio. Nulla si sa e nulla si saprà fino all’ultimo momento. È un atteggiamento inaccettabile che azzera il confronto nelle commissioni consiliari e con le parti sociali. Di fatto l’Esecutivo pretende di gestire in “privato” risorse che ricordiamo sono pubbliche e che in gran parte arrivano dalle tasse pagate dai lavoratori».

 

Scarica il pdf: TRENTINO indennita ART 210423