Il T – 21 giugno 2023

Le cartiere sono in rosso. Mille lavoratori in cassa

Una settimana al mese di cassa integrazione, cioè lo stop alla produzione per sette giorni, in Cartiere del Garda, a Riva, e Fedrigoni, a Riva, Arco, Scurelle. Due settimane al mese alla Sappi di Condino. Per un totale che supera i 1.000 dipendenti, a cui a fine mese manca un buon dieci per cento in busta paga mentre l’inflazione continua a mordere e un chilo di carote che costava 1 euro oggi costa 1 euro e 19 centesimi, il 19% in più. La cassa andrà avanti anche a luglio, poi ferie ad agosto, poi si vedrà. Il settore della carta, dopo nove mesi 2022 boom e gli ultimi tre in frenata, inizia il 2023 con una pesante battuta d’arresto. Al rallentamento della domanda si aggiunge ora il calo dei prezzi di vendita, anche se scendono pure i costi dell’energia. Sono del settore carta 324mila ore di cassa sulle 946mila complessive autorizzate dall’Inps ad aziende trentine nei primi cinque mesi dell’anno, di cui 113mila a maggio, in crescita del 40% rispetto all’anno scorso: un terzo delle ore di cassa autorizzate riguarda le cartiere.
Lecta, il gruppo multinazionale a cui fa capo Cartiere del Garda, ha chiuso il primo trimestre con un fatturato di 335 milioni di euro, in calo del 29% rispetto all’anno prima, e un rosso di quasi 29 milioni. Il gruppo Fedrigoni, in mano ai fondi Bain Capital e Bc Partners, ha realizzato in tre mesi vendite per 492 milioni, in calo del 5%. Progest, il gruppo veneto a cui fa capo Cartiere Villa Lagarina, ha ricavi nei primi tre mesi per 142 milioni, meno 33%, e una perdita di 3,4 milioni. Il gruppo sudafricano Sappi ha visto nel trimestre gennaio-marzo le vendite globali scendere del 22% a 1,4 miliardi di dollari.
Alle Cartiere di Riva sono coinvolti 500 lavoratori e lavoratrici, alla Fedrigoni oltre 400, di cui 160 a Varone, 200 ad Arco, 50 a Scurelle, alla Sappi di Condino sono 150. «Già a maggio hanno fatto una settimana di cassa, due a Condino, e ora ne fanno una a giugno – dice Alan Tancredi della Uilcom Trentino Alto Adige – Accorpano le ore di cassa e chiudono. La fermata è prevista anche a luglio. L’amministratore delegato di Fedrigoni Marco Nespolo nell’incontro con i sindacati ha spiegato che un cambio di passo non è previsto prima di settembre». Tancredi lancia l’allarme retribuzioni: «Il potere d’acquisto dei lavoratori è al palo. Per molti dipendenti la cassa integrazione può significare la metà dello stipendio che prendono di solito, a fine mese manca il 10-15% della busta paga».
«L’unica che non fa cassa integrazione è Cartiere Villa Lagarina – spiega Lorenzo Pomini della Fistel Cisl – perché lavorano per il resto del gruppo. In qualche caso, se ci sono code di lavoro, la cassa è più breve di una settimana. Ma la crisi persiste, il mercato non tira e per i lavoratori la situazione sta diventando pesante».

 

 

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