Economia trentina in crescita. Ora redistribuire sul reddito dei lavoratori Sindacati: positiva la capacità di ripresa del tessuto locale. La Provincia non ha alibi: spinga sul rinnovo dei contratti provinciali e investa sul welfare per le famiglie
Il vento è tornato a soffiare nelle vele dell’economia trentina. Secondo l’ultimo rapporto Ispat il 2022 si chiude per la provincia con una crescita nominale del Pil dell’8,2%, che in termini reali si traduce in aumento della ricchezza prodotta del 4,1%, cioè al netto dell’inflazione. Il Pil provinciale recupera le perdite registrate durante la pandemia consolidando un aumento di 1,8 miliardi di euro rispetto al 2019.
Un dato che Cgil Cisl Uil giudicano positivamente perché dimostra l’ottima capacità di ripresa dell’economia trentina in un contesto macroeconomico non semplice, caratterizzato dalla guerra, dall’aumento del costo delle materie prime e dei prodotti energetici e dunque dall’impennata dell’inflazione. A trainare il Pil soprattutto l’ottimo risultato del comparto turistico e del comparto dei servizi. In generale, scrive l’Ispat, la crescita è stata sostenuta dai consumi delle famiglie che hanno, però, visto ridimensionata la loro capacità di risparmio a causa dell’aumento dei prezzi di beni e servizi. “In questo quadro economico positivo non ci sono più alibi per non sostenere adeguatamente i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori”, dicono i segretari provinciali delle tre confederazioni, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Le tre sigle guardano a Piazza Dante, in vista della definizione della manovra di assestamento, che a brevissimo sarà presentata dalla Giunta. “Non ci sono più alibi per non mettere in campo una politica dei redditi che ridia fiato a lavoratori e pensionati. Con l’aumento del Pil è cresciuto anche il gettito nelle casse di Piazza Dante. Queste risorse devono essere finalizzate a sostenere famiglie investimenti produttivi, cioè moltiplicatori di ricchezza”.
In particolare i sindacati sollecitano un ruolo attivo della giunta Fugatti sul fronte dei rinnovi contrattuali “perché è ora che l’aumento della redditività si traduca anche in un aumento reale di retribuzioni sia nel pubblico sia nel privato per ridare potete d’acquisto alle famiglie”.
Allo stesso tempo Cgil Cisl Uil sollecitano l’esecutivo ad avere più coraggio sul fronte dell’adeguamento delle misure di sostegno all’inflazione. E’ di pochi giorni fa la scelta della Giunta altoatesina di adeguare gli incentivi per l’acquisto e la ristrutturazione della casa all’inflazione, con un aumento dei contributi del 15%. “Da noi nulla si è mosso sia sul fronte casa sia più in generale delle misure di sostegno, se si esclude un parziale e temporaneo adeguamento dell’assegno unico all’inflazione e il bonus bollette di 180 euro, speso solo per metà della somma stanziata” ribadiscono i tre segretari in attesa di conoscere le misure dell’assestamento.
Trento, 22 giugno 2023
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