Corriere del Trentino – 05 settembre 2023
Infanzia, prima campanella trovati tutti gli insegnanti. L’incognita delle primarie
TRENTO L’accelerazione degli ultimi giorni ha permesso di iniziare il primo giorno dell’anno scolastico senza «criticità», per usare il termine del dirigente del Servizio attività educativa per l’infanzia Livio Degasperi. Se infatti all’inizio della scorsa settimana all’appello mancavano ancora 150 insegnanti ieri mattina i posti erano stati tutti coperti, o quasi. La Federazione delle scuole materne doveva assegnare ancora dieci incarichi, ma nel pomeriggio si è arrivati a quota zero.
L’allarme lanciato dai sindacati e dai docenti è rientrato e ieri è suonata la campanella, che ha dato il via al nuovo anno scolastico a undici mesi, per 12.479 bambini che frequenteranno le 262 scuole provinciali ed equiparate. Numeri in leggera flessione rispetto allo scorso anno. Si stima un calo di iscritti pari a circa 1,79% per un totale di 639 sezioni e un numero medio di bambini per sezione di poco inferiore a venti. «La diminuzione degli iscritti è correlata al calo demografico — spiega Dagasperi — ma in termini di sezioni quest’anno ce ne sono solo quattro in meno rispetto all’anno precedente». Numeri al passo con i tempi. Sono 7.550 i bambini (il 60,5%) che frequenteranno le scuole equiparate e 4.929 (39,5%) le scuole provinciali, metre sono 1.661 i bimbi di cultura diversa, pari al 13,31% del totale degli iscritti (erano 1.782 lo scorso anno scolastico). «La Provincia sta investendo in numerosi interventi per rinnovare la scuola dell’infanzia, per mantenerla a passo con i tempi e adeguarla alle nuove esigenze delle famiglie», ha spiegato l’assessore Mirko Bisesti che ha simbolicamente inaugurato il nuovo anno insieme al dirigente generale del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato e a Degasperi, vistando alcune sezioni. L’assessore rivendica la scelta del prolungamento del calendario scolastico, «per adeguare la scuola alle nuove esigenze delle famiglie», ha detto. Una riforma che continua a dividere e segnata dalle dure proteste di sindacati e le insegnanti. Il digiuno a staffetta proseguirà fino al voto per le provinciali di ottobre.
Ma i sindacati sono preoccupati anche dagli «orari spezzatino» che potrebbero spingere molti insegnanti a lasciare la scuola dell’infanzia e a privilegiare la primaria. Proprio in queste ore sono in corso le chiamate. «Ci sono moltissimi incarichi a orario ridotto — osserva Daniela Tabarelli della Uil Scuola — a Bondone è stato assegnato un incarico a 5,87 ore, questo significa che il docente non vede quasi i bambini. Gli insegnanti sono molto scoraggiati potrebbero decidere di cambiare». Un rischio remoto secondo Degasperi. «Lo scorso anno abbiamo avuto dieci casi in tutta la provincia, non credo che quest’anno sarà diverso. Sono professionalità differenti», afferma.
Scarica il pdf: CORRIERE materne 050923
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