Corriere del Trentino, Il T – 07 settembre 2023

Sanità, presidio dei sindacati «Segnana rispetti i patti»

L’espressione è di quelle abusate. Ma la sanità potrebbe vivere davvero un «autunno caldo». E vale anche per quella trentina. Diversi i fronti aperti e tanti i tavoli aperti. E con le elezioni alle porte i nodi vengono al pettine. Esternalizzazione dei servizi, fuga degli infermieri, diritto alla salute ma anche il diritto di chi lavora nella sanità a fare il proprio lavoro in condizioni migliori. Ieri le sigle «di comparto», ossia di infermieri, operatori, personale tecnico amministrativo di ospedali e servizi sanitari, sono tornate a manifestare. Scegliendo, questa volta, per un sit in, gli spazi davanti la sede dell’Apss, in via Degasperi. Questo perché «non c’è solo un problema politico, ma anche burocratico», con attese che si fanno troppo lunghe per vedere quanto promesso, spiegano Cisl Fp, Uil Fpl, Nursing Up e Fenalt. Il riferimento è, soprattutto, al protocollo siglato lo scorso dicembre. Un documento che prevede uno stanziamento di cinque milioni una tantum nel fondo per il riconoscimento delle progressioni economiche orizzontali del comparto sanità. Sembra un aspetto tecnico, che riguarda «solo» i lavoratori. E invece tocca un punto centrale della questione: non tanto la retribuzione dei lavoratori, quanto le loro prospettive di crescita. Cioè una delle principali ragioni per cui tanti dipendenti della sanità finiscono per guardare altrove. Persino all’Arabia Saudita. «Siamo preoccupati — spiega Cesare Hoffer di Nursing Up — perché non solo l’estero guadagna attrattività, ma perché anche molte altre zone, si stanno dando da fare per aumentare le garanzie nei confronti di medici e di infermieri, a partire dalle convenzioni per la casa». Succede nella vicina Bolzano ma anche in alcune aziende sanitarie del Veneto. Quanto ai «famosi» cinque milioni, viene chiesto lo sblocco immediato. «I lavoratori stanno aspettando da mesi – osservano Giuseppe Pallanch di Cisl e Giuseppe Varagone di Uil – e temiamo anche il rischio di esternalizzazioni». Insomma, il segnale è sia alla politica trentina che all’Apss, che ha all’attivo diversi tavoli su questi temi. L’assessora alla sanità, Stefania Segnana, ribadisce però che il protocollo che prevede i nuovi fondi «è stato condiviso con Apss e con le parti sindacali, che sono state informate passo dopo passo. Stiamo attendendo il via libera dalla Corte dei Conti. Ricordo che il Trentino è stato il primo ente a sottoscrivere l’accordo di comparto per il biennio 2023 – 2025 e, a breve, arriverà anche quello per i medici». L’erogazione dei fondi potrebbe avvenire «già negli stipendi di settembre», fa sapere una nota dell’Apss. «L’azienda è tecnicamente pronta a versare quanto previsto — è la precisazione — se entro il 12 settembre sarà reso il parere positivo della Corte dei Conti) e sarà messo a disposizione il contratto sottoscritto tra Apran e sindacati, i fondi saranno accreditati già con lo stipendio di settembre. Per quanto riguarda il part time, infine, l’Apss fa sapere che «il tavolo tecnico aziendale sul part time, lo scorso 28 agosto, Apss ha formalizzato una propria proposta articolata e sostenuta da una approfondita analisi organizzativa e di sostenibilità. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto tempo per approfondirla e valutarla. Siamo a disposizione per una nuova riunione in qualsiasi momento». Stessa disponibilità viene data per quanto riguarda le esternalizzazioni.

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