l’Adige – 28 settembre 2023
Novità dell’assegno unico Più soldi i primi tre anni. Per i sindacati non basta: «Manca un vero sostegno»
La quarta commissione ha dato parere positivo alle modifiche al regime dell’assegno unico provinciale, come impostate dall’ultima legge provinciale di assestamento del bilancio della Provincia. Tra le novità, si rende permanente la misura fin qui annuale del bonus bebè da 5 mila euro per il terzo figlio; si estende il beneficio anche ai nati nel 2022 con parto prematuro previsto per il 2023 e soprattutto si rivedono le cifre dell’assegno di natalità alle famiglie, con incremento fino a un massimo di 100 euro mensili, graduato in relazione all’Icef per far fronte alle specifiche spese che le famiglie si trovano ad affrontare nei primi tre anni di vita dei figli. L’importo mensile aumenta in base al numero di figli ed è di 120 per il secondo e 200 per il terzo e successivi.
Sulla questione sono intervenuti i sindacati che però non sono per nulla soddisfatti, e anzi ritengono che con questi ritocchi che giudicano “minimi” ci siano molte famiglie penalizzate. Se dunque da una parte la giunta dice di voler sostenere la natalità, dall’altra nei fatti non lo starebbe facendo.
«Dopo il no all’indicizzazione dell’Icef la IV Commissione ha bocciato anche la proposta sindacale di adeguare gli importi dell’assegno unico provinciale per recuperare l’inflazione. La maggioranza, dunque, mette una pietra tombale alla possibilità di alzare i benefici provinciali per ridurre almeno in parte l’impatto del carovita sui redditi delle famiglie con figli, dicono Cgil, Cisl e Uil.
«La decisione è una conferma – ammettono amari i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Pur avendo disponibilità di risorse la Provincia decide di non sostenere le famiglie trentine che hanno dei figli. Ci vuole veramente un notevole sforzo di creatività per continuare a sostenere che si aiutano le famiglie e si sostiene la natalità. Perché i figli non basta farli.
Bisogna poi mantenerli”.
I sindacati fanno notare che gli importi sono fermi dal 2018 e nel frattempo il costo della vita in Trentino è cresciuto del 15%, a svantaggio soprattutto dei redditi fissi. «Senza adeguamento, inoltre, ci potranno essere famiglie che perdono il beneficio».
Per questa ragione Cgil Cisl Uil hanno proposto di alzare la soglia di reddito per accedere al beneficio, portandola dagli attuali 50,5 mila a 57,5 mila euro, un incremento del 10,3% che avrebbe almeno neutralizzato l’inflazione registrata tra il 2018 e il 2022. Hanno anche proposto di alzare la soglia di deduzione del reddito da lavoro femminile, dagli attuali 6mila euro l’anno a 15mila.
Infine le tre sigle hanno chiesto di modificare la disciplina dell’assegno unico, superando il meccanismo di coordinamento tra misure nazionali e provinciali di contrasto alla povertà, riportando in campo esclusivamente alla Provincia l’intera gestione della misura, come già avveniva prima del reddito di cittadinanza.
La Giunta provinciale, quando era stata approvata a settembre la delibera, aveva manifestato l’intenzione «di dare attuazione al riordino complessivo della disciplina dell’Icef secondo l’orientamento espresso nella delibera numero 60 del 2023 e parallelamente di procedere ad un aggiornamento delle politiche provinciali a sostegno della famiglia».
Scarica il pdf: ADIGE assegno 280923
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