Contributi alle aziende. La Giunta tira dritto ed estromette i rappresentanti dei lavoratori. Cgil Cisl Uil critici: nelle disposizioni attuative della riforma della legge 6 le organizzazioni sindacali escluse dalla firma dei patti anche in presenza di vincoli occupazionali
Nessuna firma dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori in calce ai patti delle nuove procedure negoziali per la concessione di contributi alle imprese. Anche quando queste prevedono un vincolo occupazionale. E’ questo l’orientamento che sembra voler portare avanti la Giunta Fugatti che a brevissimo approverà le disposizioni attuative della riforma della legge 6. Una scelta che, se confermata, è gravissima per i sindacati. “Sarebbe un brusco salto indietro”, accusano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, impegnati in queste settimane a trovare un punto di mediazione con l’Esecutivo, che al momento, però rifiuta qualsiasi interlocuzione.
Ad oggi si prevede che i contributi pubblici alle aziende sopra una certa soglia economica siano erogati sulla base di un patto tra Provincia e impresa che stabilisce precisi vincoli. I sindacati ritengono indispensabile, come peraltro era in passato, che ogni qualvolta questi vincoli riguardino i livelli occupazionali, debbano essere sottoscritti anche dai rappresentati dei lavoratori. Per Piazza Dante, invece, sarebbe sufficiente una semplice comunicazione con conseguente presa d’atto del sindacato. “I livelli occupazionali sono materia sindacale – incalzano i tre segretari -. Non sono i tecnici ma i delegati sindacali che conoscono le dinamiche interne di un’azienda e che possono vigilare sul rispetto delle intese. La Giunta sembra voler evitare proprio questo così da permettere alle aziende di avere mani libere e rendere meno vincolanti gli impegni occupazionali. Ci si dimentica però che i contributi erogati dalla Provincia sono finanziati dalle tasse che pagano le lavoratrici ed i lavoratori, e dunque devono avere una ricaduta sociale. Non si può spendere i soldi pubblici senza preoccuparsi della responsabilità sociale o farlo solo per finta”, concludono.
Trento, 11 ottobre 2023
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