l’Adige – 13 novembre 2023

«Non bastano i bonus per difendere dall’inflazione»

«L’andamento dei prezzi al consumo continua a penalizzare di più i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e in particolare le famiglie del ceto medio basso. Lo dimostra il costante aumento dei beni alimentari che, secondo gli uffici statistici della Provincia, a Trento, fino a settembre, sono saliti in media nel 2023 dell’11,2% mentre i costi dell’energia restano comunque molto elevati, almeno il doppio di quelli del periodo precedente la guerra in Ucraina. Così, nel triennio tra il 2021 e il 2023 l’inflazione media cumulata sarà superiore al 15%, facendo di fatto venire meno circa due buste paga nelle tasche delle famiglie di lavoratrici e lavoratori. E questo aumento dei prezzi non verrà azzerato nei prossimi mesi, né nei prossimi anni. Rappresenta infatti uno scalino che non sarà assorbito da misure una tantum perché è strutturale. Per questo non bastano i bonus a sostenere davvero il potere d’acquisto delle famiglie», mettono in guardia i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Le loro proposte? «In primo luogo promuovere la contrattazione collettiva e il rinnovo dei contratti di lavoro, oltre che la rivalutazione delle pensioni». I sindacalisti sottolineano che oggi in Trentino oltre il 60% delle lavoratrici e dei lavoratori non vedono un aumento reale dei propri stipendi da tre o addirittura quattro anni.
«Quella delle retribuzioni ormai è un’emergenza tutta italiana che anche a livello locale deve essere assunta come una vera priorità visto che, in settori cruciali per l’economia e il mercato del lavoro provinciale, come per esempio il turismo, anche prima della pandemia le retribuzioni reali annue risultano inferiori rispetto all’Alto Adige di circa il 30%».
Secondo i segretari, poi, «per una vera politica dei redditi provinciale, bisogna intervenire sull’Icef indicizzando l’indicatore al costo reale della vita. Altrimenti di fatto la Provincia contribuisce ad impoverire famiglie con figli, disabili, anziani non autosufficienti e inquilini a canone sociale, proprio nel momento in cui è fondamentale sostenere il potere d’acquisto delle famiglie eroso dall’inflazione».
Infine c’è il tema casa. Considerato l’andamento degli affitti e l’aumento dei tassi di interesse e quindi dei mutui, serve garantire una politica abitativa che davvero tuteli le famiglie più deboli che non possono accedere al mercato immobiliare.
«Su tutti questi temi, già a settembre le nostre organizzazioni hanno avanzato proposte in una piattaforma unitaria che, in questi giorni, abbiamo trasmesso nuovamente al rieletto presidente Fugatti e al coordinamento provinciale degli imprenditori. Ci attendiamo che, una volta insediata la nuova Giunta provinciale, si possa ripartire da queste nostre istanze per condividere iniziative concertate e azioni strutturali per affrontare l’emergenza caro vita».

 

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