Il T – 19 dicembre 2023

Casa e lavoro, l’agenda dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’appello di Confindustria: «Manifatturiero centrale»

Il primo a sollevare il tema era stato Andrea Grosselli. A inizio novembre, nella presentazione del consueto rapporto annuale sui bilanci dell’industria trentina, il segretario generale della Cgil aveva incalzato la giunta provinciale, che punta «più sulla piccola e piccolissima impresa, a danno dello sviluppo industriale». «Va archiviato il tempo degli incentivi a pioggia e iniziare una nuova fase di aiuti selettivi alle imprese che innovano e investono di più». Su il T di domenica il direttore generale di Confindustria Trento, Roberto Busato, ha ripreso le parole del sindacalista e lanciato un appello: «La politica rimetta al centro il manifatturiero. Un settore — ha aggiunto — che genera il 35,8% del valore aggiunto del Trentino». Un pensiero, oggi, condiviso da tutte le organizzazioni sindacali confederali.
Grosselli aveva snocciolato alcuni dati. Tra il 2008 e il 2020, in Trentino, si è registrato un forte calo del numero di imprese dell’industria in senso stretto: una riduzione del 18%, per oltre 1.200 imprese in meno. E nello stesso periodo l’occupazione nel settore secondario si è ridotta di oltre 7 mila unità (-29%). L’agenda di Cgil, Cisl e Uil si compone, però, anche di altre priorità, in questo inizio di legislatura. A partire dal nodo salari, bruciati dall’inflazione. Il rinnovo dei contratti, specialmente nei settori del commercio, del turismo e del terzo settore, appare sempre più u rge n te .
Il lavoro è strettamente connesso al tema della casa: la carenza degli alloggi sta mettendo in crisi molte famiglie. La Uil, in particolare, propone di affrontare la questione con un nuovo piano residenziale. E quando si parla di occupazione non si può non parlare dei giovani, ancora penalizzati nell’accesso al mercato del lavoro.
In questa pagina sono racchiuse tutte le proposte dei sindacati.

Uil | Alotti: «I Comuni dentro il cda di Itea» «Emergenza alloggi, finanziare
un piano di housing sociale»

Un problema trasversale che riguarda tutti i territori e, non solo le fasce meno abbienti, ma anche la cosiddetta «area grigia» della popolazione, famiglie con un reddito troppo alto per gli alloggi popolari, ma troppo basso per il mercato privato. «Bisogna finanziare un nuovo piano di housing sociale per affrontare l’emergenza casa», afferma Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino. L’housing sociale è pensato proprio per la fascia grigia. «Il primo e ultimo piano di alloggi sociali, che ha permesso di assegnare 550 appartamenti, è terminato nel 2018. È arrivata l’ora di ragionare su un nuovo piano — dice Alotti — Mi sembra assurdo che nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non si sia pensato di finanziare un piano di housing sociale». Il sindacalista punta i riflettori anche su altre due temi riguardanti l’edilizia pubblica, in particolare Itea. «Da un lato bisogna fare un grande investimento sulla ristrutturazione degli alloggi di risulta, visto che ci sono più di mille appartamenti sfitti — aggiunge — E dall’altro bisogna cambiare la governance: come previsto dalla legge “Dalmaso” del 2005 bisogna garantire la presenza degli enti locali (Comunità di valle o Comuni maggiori) nel consiglio di amministrazione di Itea, così da poter affrontare i problemi in maniera più organica».
Rimanendo sul fronte casa, il segretario della Uil propone alcune misure per incentivare l’acquisto di abitazioni sul mercato privato. «La Provincia dovrebbe ripristinare i contributi a fondo perduto per finanziare una parte del mutuo o implementare il sostegno al pagamento degli interessi sul mutuo. Oggi — considera — la formula del contratto a tempo indeterminato non dà più garanzie alle banche».
Un altro tema prioritario, particolarmente caro alla Uil, è quello della sicurezza sul lavoro: «Per la prima volta abbiamo avuto la definizione degli introiti dell’Azienda sanitaria ricavati dalle sovvenzioni (più di 700 mila euro), ma non ci sembra che queste ingenti risorse siano state assegnate alla prevenzione e alla formazione dei lavoratori. Si pensa sempre a premiare le aziende virtuose, ma non si precede con l’aumento della repressione delle aziende che violano le norme».

 

Scarica il pdf: IL T sindacati 191223