l’Adige – 13 gennaio 2024

«Il rilancio di Rovereto è nell’industria». Olivi: «Bene l’appello di Cgil, Cisl e Uil, chi aspira a guidare la città ora risponda»

 

Alessandro Olivi, oggi “semplice” avvocato, un passato da assessore provinciale all’Industria per due mandati e consigliere provinciale di minoranza (Pd). Roveretano, padre politico dei poli della meccatronica e di Manifattura Domani. Olivi, Cgil, Cisl e Uil chiedono una sorta di “stati generali dell’economia”, un tavolo allargato a Comune, Comunità, Provincia, industriali e sindacati per il rilancio della vocazione industriale di Rovereto. «Una sollecitazione molto utile, confido venga raccolta da chi di dovere».
Le sfide poste dai sindacati sono di quelle epocali: transizione energetica, sostenibilità, rivoluzione digitale, intelligenza artificiale. «È giusto porle. Dopo una “sbornia” di terziario negli ultimi venti anni, sta tornando l’urgenza di una politica economica basata sull’industria. Non sono i servizi o il commercio che possono cavalcare queste grandi prospettive, ma l’industria».
Ed è Rovereto, come suggeriscono i sindacati, a doversi porre al centro di queste dinamiche? «Cgil, Cisl e Uil hanno ragione quando dicono che Rovereto storicamente c’è sempre stata, nei momenti di cambiamento. A differenza di Trento, una città “drogata” dal peso del pubblico, qui ci si è sempre dovuti reinventare, spesso con ragionamenti anticiclici e di avanguardia».
Fa riferimento a i poli meccatronica e manifattura? «Beh sì. Nel nostro piccolo 15 anni fa avevamo capito che la transizione ecologica e il risparmio energetico, temi oggi attualissimi ma di cui allora a stento si parlava, erano le direttrici su cui impostare lo sviluppo dell’industria lagarina e trentina. All’epoca mancava poco che ci dessero dei matti per le risorse investite nei due poli. Oggi il Pnrr, che altro non è che una grande operazione di investimento pubblico orientato, punta proprio sugli ambiti riferimento dei due poli».
Però né Meccatronica né Manifattura ad oggi hanno compensato la perdita di posti di lavoro nell’industria degli ultimi anni. «Vero, ma la logica di questi due investimenti non era quella di creare due “cittadelle” autoreferenziali piene di operai. Peraltro le figure professionali pensate per queste realtà non sono le cosiddette “tute blu”, ma professionisti altamente formati e specializzati. L’obiettivo di questi centri era ed è quello di essere i poli aggreganti di un ecosistema industriale esterno più ampio, epicentri di un polo tecnologico diffuso in grado, con le proprie infrastrutture di ricerca e sperimentazione, di far crescere attorno altre industrie private».
Questo obiettivo di lungo termine si è perso? «Un po’ sì. Ma può essere recuperato». Sembra che Rovereto però nell’ultimo lustro abbia più pensato a turismo, cultura e servizi che non all’industria. «Può essere vero anche questo, ma non cadrei nell’errore di considerare turismo, cultura e industria ambiti contrastanti ed autoriferiti, o peggio in competizione. Rovereto può essere città industriale e turistica e di cultura. Le politiche industriali contemporanee obbligano all’internazionalizzazione, all’apertura ai mercati esteri, e creano cultura dell’innovazione, che porta buon lavoro; il che ha poi una ricaduta diretta in termini di indotto e di capitale umano “circolante” in città, e quindi sul commercio e i servizi».
Insomma, l’industria potenziale traino di tutto. «Diciamo di sì».
La prossima primavera si elegge il nuovo sindaco. Cosa dovrà fare? «Intanto dico cosa non dovrà fare: non dire “le politiche industriali sono competenza della Provincia”, cosa anche vera ma che non può essere un alibi per non esercitare un forte ruolo di stimolo alla Provincia affinché orienti su Rovereto la traiettoria dello sviluppo industriale. Direi a Fugatti: gli investimenti pubblici prioritari, a cominiciare dall’università, le fondazioni di ricerca e un rilancio del ruolo di
Trentino Sviluppo devono ricadere su Rovereto».
E nell’ambito delle competenze dirette del Comune? «La pianificazione urbanistica è fondamentale. Se chiedi investimenti per una nuova industria più sostenibile, digitalizzata, veloce, devi orientare la vita stessa dei cittadini in questa direzione con servizi, mobilità e sviluppo territoriale sostenibili, digitalizzati e veloci».
Una vera rivoluzione. «Diciamo più un “colpo di reni”. Rovereto ha l’obbligo di farlo».

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