Il T – 26 marzo 2024

Scuola. Ora in più di motoria in quarta elementare: monta la polemica «Così si riduce storia»

 

Monta la polemica sull’ora aggiuntiva di educazione motoria in quarta elementare. La decisione è stata presa due settimane fa: per il prossimo anno scolastico la giunta provinciale ha deciso di riservare due ore settimanali, anziché una, all’insegnamento di scienze motorie da parte dei professori della scuola media. Presidi e sindacati denunciano due possibili ripercussioni negative: da un lato la sottrazione di ore ad altre discipline come storia o scienze e dall’altro la conseguente contrazione dell’organico.
In quinta elementare le due ore di motoria sono previste da più di dieci anni. Lo scorso anno è stata introdotta un’ora anche per le classi quarte. Ed ora, a partire da settembre, le ore settimanali saliranno a due. Nulla da eccepire sulla finalità dell’ora aggiuntiva: in linea con le indicazioni dell’Organizzazione mondiale dalla sanità (Oms), la Provincia mira a favorire uno stile di vita attivo e uno stato di buona salute negli studenti. Presidi e sindacati non hanno nulla da dire su questo. Ciò che preoccupa sono appunto le ricadute sull’offerta formativa e sulla pianta organica. «Ok potenziare l’attività sportiva, ma l’incremento di ore di educazione motoria sottrarrà un’ora a un’altra materia — sottolinea Monica Bolognani, segretaria trentina della Cisl Scuola — Siamo preoccupati: la misura porterà a una contrazione di organico sul posto comune (cioè meno cattedre di altre discipline, ndr)». Le fa eco Pietro Di Fiore, segretario trentino della Uil Scuola: «Bisogna evitare assolutamente il taglio dell’organico. Noi proponiamo di mantenere la compresenza delle maestre e dei maestri sull’educazione motoria». In pratica si chiede che sia garantita anche la presenza delle maestre e dei maestri durante le ore di motoria.
La Flc Cgil (categoria della scuola) mette in evidenza anche un altro aspetto. «La delibera — spiega il segretario trentino Raffaele Meo — s’inserisce nel solco della cosiddetta “secondarizzazione della scuola primaria”. A differenza di quanto avviene a livello nazionale — aggiunge — non si prevede neanche una classe di concorso specifica per l’insegnamento della motoria alla primaria, un sistema di reclutamento coerente e un progetto di inserimento dell’educazione motoria nella primaria».
Un rischio, quello della «secondarizzazione», avvertito anche da Paola Pasqualin, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Trento 5 e portavoce della rete degli istituti del capoluogo. «Gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado (scuola media, ndr) non hanno le stesse competenze pedagogiche dei docenti della primaria — riflette — Nelle classi quinte le due ore settimanali di motoria possono avere senso, ma nelle quarte sono forse eccessive». In ogni caso ora bisogna fare i conti (letteralmente) con la novità introdotta dalla delibera approvata due settimane fa. «Dovremo convocare il collegio docenti per modificare l’offerta formativa del prossimo anno scolastico — dice Pasqualin — Per quanto riguarda la rete degli istituti di Trento, l’ora in più di motoria toglierà un’ora a storia oppure a scienze. Stiamo aspettando la circolare del Dipartimento per capire i margini di azione: una soluzione potrebbe essere quella di prevedere l’ora di scienze o di storia tra le ore opzionali; un’altra soluzione potrebbe essere quella di aumentare il monte ore, da 26 a 27 ore settimanali. Un’altra soluzione, infine, potrebbe essere quella di ridurre religione». La soluzione delle «opzionali» è quella prospettata anche da Maura Zini, presidente provinciale dell’associazione nazionale dei presidi: «Bisognerà rendere le attività facoltative più efficaci nello sviluppo delle competenze». Infine, Massimiliano Sorci, rappresentante dei docenti della primaria nel Consiglio del sistema educativo e insegnante di motoria, sottolinea anche un paradosso: «Oggi i docenti della primaria con titolo idoneo possono “sostituire”, anzi hanno la priorità rispetto ai colleghi delle medie nell’insegnamento di motoria. Ma qualora la Provincia decidesse di seguire Roma e prevedere la classe di concorso ad hoc per la primaria, questi stessi docenti sarebbero esclusi dal concorso perché non hanno la laurea».

 

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