Il T – 12 aprile 2024
«Basta morti sul lavoro». Sciopero Cgil e Uil dopo la tragedia alla centrale di Bargi
«I morti sul lavoro sono una tragedia senza fine.
Dobbiamo riportare all’attenzione della politica, del governo e delle istituzioni locali, il tema della sicurezza sul lavoro – ha detto Andrea Grosselli, segretario generale della Cgil trentina ieri mattina davanti al commissariato del lavoro per spiegare le ragioni dello sciopero – Nel 2022 abbiamo registrato 800 morti sui luoghi di lavoro, a cui si aggiungono quelli nel tragitto tra casa e lavoro». Numeri che crescono inesorabilmente, soprattutto se paragonati ai dati raccolti nel 2019, prima della pandemia.
«Il tema della sicurezza sul lavoro è un’emergenza anche in Trentino – commenta Manuela Faggioni, delegata per la sicurezza sul lavoro della Cgil del Trentino- Alla luce del fatto che nei primi due mesi dell’anno le denunce d’infortunio sono state mille quattrocentocinquanta, un numero davvero impressionante». Un lite motive che, nel nostro paese, continua a suonare inesorabilmente. Una sentenza che non si riesce a cambiare. «In aumento è anche il numero delle denunce per infortuni mortali -continua Faggioni- Nei primi tre mesi dell’anno le denunce per infortuni mortali pervenute all’Inail sono state otto, il che significa che in tre mesi abbiamo raggiunto il numero complessivo delle denunce del 2023». Un trend negativo che sembra inarrestabile, e proprio per questo, i sindacati hanno deciso di far sentire la loro voce scendendo in piazza. «È in dubbio che la situazione sia di una gravità enorme, nonostante gli sforzi fatti fino ad ora si deve, e si può fare di più -dice Faggioni- Il Trentino è ai primi posti per incidenti sul lavoro, però tra la provincia di Trento e quella di Bolzano c’è una notevole differenza in negativo per Bolzano». Una differenza di cui comunque non c’è da essere contenti, perché si sta parlando di vite umane, che potrebbero essere “risparmiate” se si agisse in modo diverso. «Le richieste che vengono portate avanti dalla organizzazioni sindacali sono quelle sulle quali ci siamo sempre battuti da anni -spiega la delegata di Cgil- Maggiore formazione, maggiore addestramento, attenzione alla lingua italiana, la catena degli appalti, la precarietà e la presenza delle organizzazioni sindacali nelle aziende con i loro rappresentanti». Obbiettivi che dovranno essere finanziati, perché purtroppo nulla è fattibile senza una base solida. «La giunta ha sbloccato alcuni milioni di euro che derivano dalle sanzioni alle aziende -spiega Faggioni- È stato predisposto un piano per il riutilizzo di queste risorse ai fini di maggiore prevenzione. Noi avevamo fatto delle proposte ma nessuna, ad oggi, è passata».
Piccoli passi, piccole mattonelle che messe insieme potrebbero solo fare del bene al mercato del lavoro italiano, macchiato sempre di più dalla piaga delle morti bianche. Una pandemia che sembra incurabile. «Gli incidenti sul lavoro coinvolgono sempre di più le grandi aziende, prima la rete ferroviaria italiana a Brandizzo, poi Esselunga e ora Enel Energia -commenta Grosselli- Bisogna evitare prima di tutto che ci sia una deresponsabilizzazione da parte delle aziende, che scaricano sulla catena degli appalti gli oneri e le garanzie che vanno dati ai lavoratori». Garanzie che in questi primi mesi del 2024 sono mancate, e che hanno portato ai numerosi incidenti mortali apparsi sulle prime pagine di tutti i quotidiani. «La responsabilità deve tornare in capo alla aziende che appaltano -continua il segretario di Cgil trentino- Solo così si riesce davvero a fare una prevenzione vera». Un aiuto alla sicurezza e al benessere dei lavoratori, che, secondo Grosselli, non avrebbe fatto nessun passo avanti rispetto alla tragedia di Firenze. «La patente a punti proposta dal governo è una presa in giro -commenta il segretario- Un incidente sul lavoro comporta la perdita di quindici punti su questa patente, che però possono essere saldati con un piccolo corso di formazione». Un’idea che non porterebbe a delle soluzioni concrete ma che sarebbe l’ennesimo intervento di facciata. «Bisogna evitare che le cose succedano». Non solo sicurezza sul lavoro però, un altro dei temi toccato dai sindacati è quello della fiscalità. «Chiediamo una riforma fiscale che porti ad un fisco più equo e al fatto che non siano solo i lavorato dipendenti a mettere insieme le risorse dell’Irpef – commenta Walter Alotti, segretario generale di Uil Trentino- Noi chiediamo una diminuzione delle aliquote dell’Irpef per quanto riguarda i dipendenti e i pensionati e una detassazione degli aumenti contributivi e contrattuali. Queste risorse che vengono a mancare è importante che vengano recuperate togliendo la Flat Tax e facendo applicare le aliquote progressive anche per i lavoratori autonomi e per le aziende», continua il segretario di Uil Trentino. Novità il cui scopo ultimo è quello di migliorare le condizioni lavorative delle persone, ad oggi ancora troppo precarie.
Scarica il pdf: IL T sciopero 120424
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