Corriere del Trentino, Il T – 29 maggio 2024

In cinque mesi 12 morti sul lavoro. Già superato il bilancio del 2023

Tre morti sul lavoro in un giorno, tre autotrasportatori trentini deceduti. Tre vite che si vanno a sommare alle nove già perse a causa del lavoro. Dodici vite spezzate, che si aggiungono alla lunga lista di decessi sul luogo di lavoro in Trentino. È il tragico bilancio che registra la nostra provincia nei primi mesi del 2024. Tanto più tragico se si pensa che in tutto il 2023 le vittime del lavoro erano state undici. L’ultima vittima di questo inizio 2024, lunedì sera a Scurelle, è stata Natalino Paradisi di soli 55 anni. L’uomo ha perso la vita schiacciato dalla sponda sul suo camion nel piazzale di una segheria.

La rabbia dei sindacati
I primi cinque mesi di quest’anno hanno fatto registrare una drammatica impennata. Nel 2023, a fronte di più di 8 mila infortuni, quelli mortali era stati 11, ora siamo già oltre. «Una situazione agghiacciante – spiega Walter Alotti, segretario generale del sindacato Uil- Sono morte tre persone lo stesso giorno, nello stesso ambito di lavoro. Credo che non si stia facendo abbastanza per tutelare i lavoratori. Se poi pensiamo all’autista morto in Valsugana lì non si capisce nemmeno come sia stata possibile una cosa del genere. Continuiamo a porre la questione, si deve alzare il livello della vigilanza sui camionisti cercando di prevenire fenomeni di questo tipo». Ma, come spiega ancora il segretario della Uil, «serve un piano di sistema, che tenga conto del benessere psicofisico dei lavoratori». E continua, riflettendo, Alotti: «Servono delle considerazioni sul mondo del lavoro della logistica nel suo complesso, anche per i lavoratori che si occupano del carico e dello scarico, impegnati in lavori duri e faticosi, spesso soli, senza personale preparato che li aiuti. Ormai per le imprese di trasporto, trovare dipendenti è diventato difficilissimo. I carichi di lavoro sono sempre più impegnativi, l’aumento degli orari per portare a termine le consegne sono sempre più invasivi e rigidi, per non parlare poi della concorrenza spietata che obbliga certe aziende, specialmente quelle di dimensioni ridotte, a dover fare i salti mortali per rimanere sul mercato».

 

Scarica il pdf: CORRIERE, IL T sicurezza 290524