Corriere del Trentino – 30 maggio 2024
Fugatti: «Emergenza salari bassi serve un nuovo patto sociale» Il governatore illustra la strategia: «Anche i dirigenti pagati poco» I sindacati: «Basta protocolli vuoti vanno rinnovati 80mila contratti»
L’obiettivo è quello di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie trentine. E per raggiungerlo la giunta Fugatti dovrà inevitabilmente rimettere mano ai salari. «Questo sarà un tema centrale di questa legislatura», ha precisato il presidente della Provincia, che ieri ha illustrato la strategia di governo dei prossimi cinque anni davanti ai sindaci riuniti nella sala del Cal. Le retribuzioni, per usare le parole di Fugatti, fanno parte di «quelle problematiche che per la giunta sono emergenze». «I salari competitivi sono decisivi per trattenere i giovani in Trentino». Con ricadute anche sul portafoglio pubblico: un’impresa in carenza di personale, ha spiegato il governatore, «lavorerà meno, quindi pagherà meno tasse e sul bilancio provinciale inciderà poco. E noi non saremo in grado di alimentare le nostre competenze». Un effetto farfalla, quello innescato dagli stipendi bassi, che evidentemente incide anche sulla natalità, con le famiglie sempre più restie a fare figli senza garanzie economiche, e sull’acquisto di prime case: «Con una bassa capacità di spesa è difficile pensare a un mutuo». Una lettura che ben si accorda alle rivendicazioni dei sindacati, che hanno messo i rinnovi contrattuali in cima alle urgenze fin dal primo governo Fugatti. E il governatore apre senza mezzi termini: «Deve esserci un patto sociale tra il mondo imprenditoriale, sindacale e della pubblica amministrazione». Un principio di intesa era nato nei primi mesi di questa legislatura, con un tavolo tecnico aperto tra Provincia, categorie economiche e sindacati. E oggi verranno presentati i dati aggiornati, «per capire cosa c’è di vero e cosa non c’è di vero sul fatto che le retribuzioni trentine siano meno competitive rispetto a quelle di altri territori». Su qualche numero, avverte Fugatti, «ci sarà da riflettere».
Rinuncia alle cautele Walter Alotti, segretario della Uil: «Un patto? Sono favorevole se non si tratta di un protocollo vuoto. Serve concretezza». E rilancia: «L’Inps e l’Ocse hanno già dimostrato che, escluso il settore manifatturiero, i lavoratori di tutte le categorie percepiscono uno stipendio inferiore rispetto agli altri territori del Nord Est». Insomma, a detta delle sigle non è sufficiente l’accordo sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego 2022-24, che Fugatti ha considerato un «passo avanti». «Avere un aumento del 6,3% di fronte a un’inflazione che in questi anni è andata oltre il 16% non permette di recuperare potere d’acquisto», taglia corto Andrea Grosselli. Il segretario della Cgil apre al dialogo «ma a patto che ci sia rapidità, lungimiranza e, soprattutto concretezza». Anche se, per ribadire la linea, Fp Cgil ha indetto per oggi un presidio in Piazza Dante per protestare contro la «grave carenza di personale» nei servizi pubblici, denunciando, tra il resto, proprio «il dumping salariale». Grosselli segnala poi il primo «cortocircuito» su cui lavorare: «Mentre gli alberghi aumentano presenze e utili, ci sono tra i 70 e gli 80 mila lavoratori del settore della ristorazione e del turismo che aspettano un rinnovo da sei anni».
Fugatti ha poi puntualizzato che «bisogna lavorare anche sui salari dei dirigenti» perché, ha detto, «i loro stipendi, sia nel privato sia nel pubblico, fuori dal Trentino sono maggiori». «Ma non sono un’urgenza», ribatte la Cgil. Michele Bezzi invita invece a fare leva sull’autonomia: «Siamo convinti che si potrebbe usare meglio — così il segretario della Cisl — Se ci sono ritardi o blocchi di rinnovo a livello nazionale, si può pensare a un contratto integrativo provinciale». E ribadisce il monito: «Speriamo che adesso si esca dalle buone intenzioni e si concretizzi. Siamo fiduciosi».
Ma non solo salari. Ieri il governatore ha messo in fila tutte le priorità per i prossimi cinque anni. A partire dall’autonomia da rafforzare: «Serve tutelare le prerogative statutarie», ha spiegato. E sulla riforma dello Statuto che si aggiusterà a Roma, Fugatti ha confermato ancora una volta che non ci saranno sconti sul principio dell’intesa. «Dopo le Europee ci sarà un incontro politico per fare sintesi di quanto emerso dai tavoli tecnici». Poi «gli enti locali e i territori di montagna che dobbiamo valorizzare» e il tema dell’energia, che ruota attorno ai grandi impianti idroelettrici: «Stimo lavorando per capire se possiamo posticipare la scadenza delle concessioni al 2029». Il presidente ha quindi dettato lo stop all’utilizzo di suolo, mentre sul Nuovo ospedale: «I lavori inizieranno entro la fine del prossimo anno».
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