Corriere del Trentino – 19 giugno 2024

«La manifattura deve tornare al centro, facciamo pressione insieme sulla giunta»

La richiesta dei sindacati alla controparte. Zanella (Pd): «Manzana ha avuto il merito di parlare dei migranti».

Trento Si chiude un’era. Con il passaggio di ieri, Lorenzo Delladio è più vicino a sedersi sulla poltrona più prestigiosa della Confindustria trentina. Prenderà il posto di Fausto Manzana, patron di Gpi, un protagonista dell’economia del Trentino. Ed è a lui che sindacati uniti avanzano una richiesta: «Facciamo pressione insieme sulla Provincia, affinché metta in campo politiche pubbliche che puntino soprattutto sulla manifattura».

Il primo a tirare le somme delle trattative con la Confindustria di Manzana e a guardare al futuro è Michele Bezzi, il segretario della Cisl. «Con la Confindustria di Manzana (se prendiamo il punto di vista confederale e non delle singole aziende), i rapporti sono sempre stati costruttivi e di discussione — afferma — Una buona bilateralità, che si è manifestata anche nella gestione del Fondo impresa». Bezzi ricorda, tra i momenti di dialogo positivo con la Confindustria di Manzana, l’inserimento nella legge 6 della clausola che vincola i finanziamenti pubblici alle sole aziende che non sottoscrivono contratti pirata. «Se ci sediamo a un tavolo insieme, mettiamo da parte ognuno la propria connotazione di parte e guardiamo all’interesse collettivo, facciamo bellissime cose — prosegue — Alla nuova Confindustria chiediamo di mantenere questa bilateralità per garantire il benessere del territorio». E in questo la visione molto attenta alla sostenibilità di Delladio è un buon viatico.

È d’accordo Walter Alotti della Uil: «Delladio è un rappresentante di quell’industria forte e compatibile con l’ambiente e la sostenibilità sociale — dice — Nelle imprese come la sua i lavoratori hanno attenzioni che le nelle piccole e medie aziende non hanno. Ci si augura che si possa lavorare insieme per il bene del Trentino. Partendo dagli aspetti positivi che Manzana ha portato avanti». E tra questi: «Oltre alle modalità di relazione generalmente buone, abbiamo molto apprezzato che Manzana ritenesse che la manifattura dovesse essere centrale all’interno delle politiche economiche della Provincia. E che concordasse (lo dicesse o meno) sulla debolezza delle politiche industriali provinciali». Per cui, Alotti estende il ragionamento: «Non solo con questa giunta in Trentino si è arrivati a una centralità del turismo che può dare ricchezza alla categoria, ma che rende debole la struttura economica del territorio. Non possiamo esimerci dall’avere un comparto industriale di peso: il fatto di avere poche decine di aziende con più di 50 dipendenti è un fattore di debolezza del territorio, che si ripercuote sui redditi dei lavoratori». E conclude: «Dopodiché, come tutte le Confindustrie di Italia, anche quella di Manzana scontava il fatto di essere filogovernativa».

Anche per quest’ultimo motivo, il segretario della Cgil Andrea Grosselli è pure più netto. E più critico: «Forse nella seconda fase della legislatura ci saremmo aspettati da parte loro una maggiore critica della giunta sulle politiche manifatturiere — afferma — In verità, Manzana è stato capace di avere una visione avanzata sulla sostenibilità ecologica e sociale, come nel caso del piano “Duemilatrentino”. Tuttavia non c’è stata la capacità o, comunque, è stato complicato per Confindustria mettere dei paletti forti per far sì che le politiche pubbliche andassero in quella direzione: in favore di una manifattura sostenibile e capace di stare al passo coi tempi». Per Grosselli questo è già un indicatore di quello che bisogna chiedere per il futuro: «Mi auguro che Confindustria costruisca insieme a noi le premesse affinché quello che è stato seminato durante la presidenza Manzana diventi patrimonio comune e la politica faccia un salto di qualità: i temi sono la produttività e fare valore aggiunto puntando sugli investimenti. Non sul taglio dei costi. Bisogna essere ambiziosi e guardare più al Nord Europa che all’Italia: per questo occorrono politiche che vadano verso l’ingrandimento dimensionale delle imprese, sulla ricerca e sviluppo e sulla qualità del lavoro. La manifattura è anche questo e bisogna attirarne di nuova in Trentino, per rendere il territorio leader nella transizione ecologica e digitale». E per farla breve: «Se pensiamo che possano fare tutto il turismo e le piccole imprese, non abbiamo capito dove va l’economia continentale».

Venendo alla politica, l’attenzione di Delladio alla sostenibilità e allo sviluppo della Val di Fiemme è apprezzata da Carlo Daldoss di Fdi che considera «una buona soluzione» la sua nomina. E su Manzana: «Con lui i rapporti con la Provincia si sono intensificati». Per il centrosinistra parla Paolo Zanella (Pd): «Penso si vada nella direzione della continuità. Tuttavia, Manzana era tra i primi a dire che bisognava dare investimenti pubblici indirizzati e non a pioggia, che bisognava parlare del tema della casa e che l’integrazione dei migranti fosse necessaria per avere manodopera. Ma la giunta è sempre stata sorda»

 

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