Corriere del Trentino, Il T – 25 giugno 2024

Lo sciopero alla Aluminium «Il giorno del dolore»

Ai cancelli un minuto di silenzio, applausi e lacrime

Bolzano Le due Province autonome unite davanti alla tragedia della Aluminium.

«A Sokol Hyseini, Artan Vila, Aboubacar Djette, Oussama Ben Yahya e a Mor-Diarra Mboup auguriamo di poter guarire velocemente. Come sindacati e, più in generale, come società civile ci stringiamo attorno a questi ragazzi. Ai quali bisogna chiedere scusa per un mondo del lavoro che non sa proteggere i propri lavoratori. Per una società e una politica spesso escludenti che classificano il lavoro operaio, ancor più se svolto da lavoratori stranieri, come un lavoro a basso costo, nel quale il rischio di infortunio e di morte fanno parte del lavoro stesso. A chi vi definisce migranti economici, noi rispondiamo che siete nostri colleghi, amici, fratelli, che con il vostro lavoro contribuite alla ricchezza della nostra economia e della nostra società». Con queste parole Barry Mamadou, operaio della Aluminium e delegato Uilm, ha aperto il presidio di ieri mattina davanti ai cancelli della Aluminium. A tre giorni dall’esplosione che ha investito i sei operai della squadra di turno in quel momento, e a due dalla morte di uno di loro, Bocar Diallo, 31 anni.

E proprio la sua foto, circondata da lumini accesi, accoglieva ieri chiunque si sia presentato davanti ai cancelli dell’azienda. Davanti ai quali si sono radunati colleghi, amici e conoscenti, in occasione dello sciopero di otto ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm. Diversi i rappresentanti dei sindacati, oltre al senatore Luigi Spagnolli, alla deputata Sara Ferrari, alla consigliera provinciale trentina Michela Calzà e il consigliere comunale Samir Zine Sekali. Grandi assenti i rappresentanti di Comune e Provincia.

«Oggi — afferma Riccardo Conte, segretario generale di Fim Cisl Alto Adige — non vogliamo fare né denunce né comizi. Siamo uniti di fronte a una tragedia alla quale non avremmo mai dovuto e voluto assistere e alla quale non vogliamo rassegnarci. Oggi mettiamo da parte la nostra rabbia perché è il giorno del dolore e del lutto». Anche perché, prosegue Marco Bernardoni, che proprio venerdì è stato eletto segretario generale Fiom Alto Adige, «per azioni sindacali e politiche ci sarà tempo. Oggi, vogliamo limitarci a sottolineare al presidente Arno Kompatscher e agli assessori Magdalena Amhof e Marco Galateo (rispettivamente, al Lavoro e all’Industria, ndr) che la salute e sicurezza sul lavoro devono diventare la priorità dell’azione di governo di questo 2024». Stroncato sul nascere il comizio improvvisato di Rifondazione comunista. Operai e sindacati hanno tagliato corto: «Niente strumentalizzazioni».

Sul lato Trentino, lo sciopero è stato «un gesto di solidarietà e di vicinanza vista la gravità dell’evento», ha detto Paolo Cagol, della Fim Cisl di Trento. E ha poi ha aggiunto: «Questo tipo di dimostrazioni rischiano di lasciare il tempo che trovano se non si interviene in un’ottica preventiva». A tal proposito, la Fim Cisl venerdì, nel loro consiglio generale, discuterà su una bozza di protocollo provinciale da introdurre nei contratti integrativi aziendali per migliorare la sinergia tra il rappresentante sindacale per la sicurezza e le figure della sicurezza delle aziende.

«Noi chiediamo alla Provincia un impegno maggiore, soprattutto in investimenti che riguardano i responsabili alla sicurezza», ha detto Willy Moser, Uilm Trento.

A Bolzano, a ricordare Diallo ci sono i colleghi. Fra loro Gianpaolo Loffreda, anche lui operaio impiegato nella fonderia. «Diallo era una persona fantastica — dice —, e non è solo retorica. Due metri di uomo, ma di una bontà eccezionale. Giovedì ero di riposo, ci siamo visti l’ultima volta mercoledì. Come sempre mi ha abbracciato e mi ha sollevato: mi sembrava di toccare il cielo. Diallo portava con sé una carica di positività tale che era impossibile non esserne coinvolti». Voltare pagina sarà difficile. «Ogni volta che entrerò là dentro, avrò la sua immagine davanti». Dove «là dentro» è la fonderia della Aluminium. «Ci lavorano squadre da sei-sette operai— prosegue il collega —. Noi facciamo le stecche di alluminio che poi passano all’altro reparto che si occupa di trasformarle in quello che serve ai clienti. I turni sono di otto ore (dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6), con un giorno infrasettimanale di riposo. Chi fa il turno di notte, invece, di turni ne fa cinque di fila, e riposa sabato e domenica. «È un lavoro duro — afferma Loffreda —, ma a me piace. E piaceva anche a Diallo: in pochi mesi aveva imparato moltissimo».

Intanto, procede l’indagine della Procura. Solo che l’ipotesi di reato, con la morte di Diallo, è passata da lesioni, a omicidio colposo e lesioni. Resta sotto sequestro il reparto dove si è verificato l’incidente. Mentre riapre oggi quello dedicato all’estrusione, come hanno annunciato i vertici dell’azienda durante l’incontro di ieri con la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsi). Azienda che ha dato la disponibilità a reintegrare i circa 30 lavoratori della fonderia nel reparto estrusione, ma una parte rischia di essere messa in cassa integrazione.

 

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