Trento, 25/07/2024

COMUNICATO STAMPA FENEAL UIL T.A.AS E FILLEA CGIL DEL TRENTINO

OGGETTO: NO ALLA PATENTE A PUNTI, MA PER LE PENE TROPPO LIEVI

Feneal UIL Trentino Alto Adige Suedtirol e Fillea CGIL del Trentino intervengono in merito alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dal Presidente dell’Associazione artigiani del Trentino per quanto riguarda l’introduzione a partire dal primo ottobre prossimo, del sistema della cosiddetta “patente a punti”, deciso dal governo come misura di contrasto al fenomeno – in crescita – degli infortuni spesso mortali sul lavoro nei cantieri edili. Ci unisce alle riflessioni di De Zordo un giudizio negativo rispetto alla “patente a punti” ma per motivi diametralmente opposti. Fermo restando l’incremento degli infortuni riscontrato anche nel comparto edile da inizio anno ed ammesso per la prima volta dallo stesso De Zordo, possiamo condividere la necessità di intervenire – a livello istituzionale – per creare una nuova cultura della prevenzione degli infortuni tra gli operai. Contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro tuttavia significa investire più risorse nell’assunzione di nuovi ispettori e sanzionare con pene severe le aziende che si rendono inadempienti nell’applicazione del sistema normativo esistente riguardante la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui posti di lavoro. Per De Zordo la nuova “patente a punti” rappresenta solo un’inutile burocrazia da adempiere, mentre si parla di una pena ingiusta con riferimento ai 12 mesi di sospensione dei lavori per le aziende inadempienti (critica peraltro ripresa dal presidente di Ance). In realtà a partire dal 1° ottobre, non avendo effetto retroattivo, la nuova “patente a punti” verrà di fatto “regalata” anche a quelle aziende che, nei mesi precedenti, hanno visto i propri dipendenti cadere vittime di infortuni sul lavoro gravi, anche in caso di morti sul lavoro. Va ricordato che la patente parte da 30 punti e può arrivare a 100. Possono essere decurtati al massimo 40 punti in caso di infortunio mortale sia singolo che plurimo. E solo quando l’azienda arriva a contare 15 punti, dopo un lungo iter con tempi incerti per arrivare ad una sentenza in giudicato – possono scattare davvero obblighi e sanzioni per il datore di lavoro. Di questo passo, nessuna azienda, indipendentemente dalla dimensione, sarà costretta a chiudere. Lasciando per un attimo da parte il fatto che le morti sul lavoro e gli infortuni possano in qualche modo essere concettualmente intesi come dei “punti” all’interno di un sistema premiale che considera evidentemente il lavoro e i lavoratori alla stregua di una merce qualsiasi, riteniamo che siano necessarie pene più incisive per le aziende che si ostinano a considerare gli infortuni come una sorta di danno collaterale accettabile nell’esasperata ricerca della massimizzazione del profitto. In aggiunta, sono necessarie più visite ispettive nei cantieri, maggiori investimenti nella bilateralità edile per garantire un numero sempre crescente di visite dei tecnici di Centrofor, maggiori investimenti nella diffusione di una nuova cultura del lavoro, in particolare tra giovani e tra la forza lavoro di origine migrante. Spesso si muore, in particolare tra lavoratori di origine straniera, perché per motivi linguistici si rimane all’oscuro dei propri diritti in materia di formazione alla sicurezza. Ma a De Zordo chiediamo di parlare con i propri rappresentanti della categoria edile. Perché il Trentino è una delle poche regioni in Italia dove non esiste un RLST per il settore edile (alla pari del vicino Alto Adige). Perché, ad esempio, per la prevenzione dei colpi di calore nonostante le richieste dei sindacati non si è arrivati a redigere un vademecum condiviso con norme di sicurezza da far applicare a lavoratori ed aziende per sopravvivere alle sempre più frequenti ondate di calore africano? Perché non si è voluto aprire un confronto – come accaduto altrove – con gli amministratori per arrivare ad un’ordinanza di chiusura dei cantieri in presenza di temperature troppo elevate? Gli operai edili, che come affermato da De Zordo “sono amici e fanno parte della famiglia allargata” attendono una risposta.

 

Per la Feneal UIL del Trentino Alto Adige Südtirol: Matteo Salvetti

Per la Fillea CGIL del Trentino: Giampaolo Mastrogiuseppe

 

Scarica il pdf: PATENTE A PUNTI