CORRIERE DEL TRENTINO – Sabato 6 Luglio 2024

Cooperazione, altra fumata nera sul rinnovo dell’integrativo «Posizioni approfondite meglio»

«Colloquio dal clima costruttivo». In agosto il prossimo vertice

Trento È ancora ferma la situazione tra la Federazione della Cooperazione e i sindacati. Ieri mattina in via Segantini è andato in scena un incontro interlocutorio «che ha permesso ad entrambe le parti di approfondire le reciproche posizioni». Il tema caldo è il rinnovo del contratto integrativo provinciale, disdetto in modo unilaterale dalla Cooperazione, e per cui i lavoratori hanno di recente scioperato.

I primi a renderlo noto sono i rappresentanti delle confederazioni sindacali: «L’incontro si è tenuto in forma super ristretta fra Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con Luigi Bozzato, Fabio Bertolissi e Stefano Picchetti e la delegazione delle Famiglie Cooperative». Nello specifico: «L’incontro è durato circa due ore e trenta minuti ed è risultato prettamente interlocutorio, consentendo alle parti di approfondire le rispettive posizioni. Le parti hanno infine rimandato la prosecuzione del confronto al 6 agosto alle ore 9, sempre in forma ristretta».

A stretto giro è arrivata anche la nota della Cooperazione — a firma dei vicepresidenti Italo Monfredini e Paola Dal Sasso — per cui nell’incontro di ieri sono state «contestualizzate le motivazioni di carattere imprenditoriale e strategico che stanno alla base della proposta delle FamCop per la parte salariale dell’integrativo, coerente con il piano di sviluppo del sistema della Cooperazione e del consumo».

Sebbene entrambi abbiano descritto l’incontro di ieri come «costruttivo», la tensione tra i sindacati e Cooperazione va avanti da diverse settimane. Ed ha avuto il suo culmine il 14 giugno scorso quando è stato proclamato lo sciopero, una rarità per quanto riguarda le famiglie cooperative. A far scattare la vertenza, la scelta da parte della Federazione di non rinnovare il contratto integrativo provinciale per i dipendenti del settore. Una misura che, dopo un periodo caratterizzato dall’aumento dell’inflazione, ha cancellato 170 euro dalle buste paga di circa 1.900 lavoratori. Via Segantini aveva motivato la sua scelta con le necessità di far fronte a un contesto economico difficile. E aveva poi cercato di elargire 600 euro una tantum per frenare l’agitazione. Una proposta giudicata irricevibile e che ha alzato la temperatura ancora di più. Dopo lo sciopero — il secondo della storia della Federazione — il tavolo si è comunque riaperto. Dopo l’incontro interlocutorio del 24 giugno, in cui le distanze apparivano distanti, quello di ieri è stato il primo in cui si è voluto dare un segnale di distensione.

Nel frattempo, novità arrivano per il settore del turismo, dato che il contratto collettivo nazionale va verso il rinnovo, con il sostegno di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Il contratto sarà nei prossimi giorni sottoposto alla consultazione delle lavoratrici e lavoratori. L’accordo prevede un aumento economico a regime di 200 euro al quarto livello di inquadramento, da riparametrare, con una massa salariale complessiva di 6.200 euro. È previsto un intervento sull’esternalizzazione dei servizi: la procedura per il confronto sindacale prevista per la prima esternalizzazione viene estesa anche ai successivi cambi di appalto.

Scarica il pdf: CORRIERE Cooperazione 060724