CORRIERE DEL TRENTINO – Domenica 21 Luglio 2024

«Tuteli le libere scelte delle scuole»

D. R.

«La Uil Scuola è da sempre stata una sostenitrice della reintroduzione della figura del sovrintendente scolastico, ma deve essere autonomo e fare da filtro rispetto agli indirizzi della politica». In altre parole «sia garante dell’autonomia didattica che attualmente non c’è. In Trentino è come se avessimo il ministro davanti alla porta della scuola». Pietro Di Fiore, segretario della Uil Scuola, immagina la figura del sovrintendente come «una specie di difensore civico delle libere scelte delle istituzioni scolastiche. Finora non è stato così — spiega —. La prima amministrazione guidata dal presidente Maurizio Fugatti, pur introducendo questa figura, l’ha incardinata nel Dipartimento istruzione, in questo modo è quasi un dirigente al servizio dell’amministrazione, è solo una poltrona in più. Abbiamo chiesto alla vicepresidente Francesca Gerosa di dare più potere al sovrintendente».

Per quanto riguarda i temi, Di Fiore, nell’augurare buon lavoro al neo sovrintendente Giuseppe Rizza, ricorda le priorità: autonomia e valorizzazione dei docenti (no al carrierismo a scuola) e precariato. «È un male endemico, i precari sono un quarto del personale docente. A settembre 2023 l’allora dirigente generale del Dipartimento istruzione, Roberto Ceccato, aveva detto che su 8.200 docenti in servizio, di ruolo sono solo 6.300. Ciò significa che ci sono 2.000 insegnanti precari e la situazione da allora non è migliorata. Fanno concorsi inutili e fatti male, bisogna trovare modalità più snelle. Secondo noi la strada corretta è il concorso per titoli e poi l’anno di prova, come accade nel privato».

Altro nodo: la valorizzazione degli insegnanti, professione da tempo in crisi e questa per Di Fiore «non deve passare attraverso una riforma delle carriere come quella presentata all’epoca dell’ex sovrintendente Viviana Sbardella. Diano più soldi alle scuole per progetti di ricerca e sperimentazioni didattiche. Le scuole possono attribuire incarichi pluriennali o annuali». Pertanto — chiarisce Di Fiore — al posto di pensare alle carriere pensiamo a un riconoscimento per chi vuole fare ricerca didattica».

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