l’Adige – Sabato 3 agosto 2024

LAVORO Al netto delle stabilizzazioni saldo occupazionale negativo. Soffre l’industria

Oltre 2.300 contratti attivi in meno

TRENTO – È un quadro con molte ombre quello restituito dal bollettino mensile di Agenzia del Lavoro sull’occupazione in Trentino con i dati di maggio 2024.

Infatti, al netto delle trasformazioni a tempo indeterminato, il saldo occupazionale tra assunzioni e cessazioni nei primi cinque mesi dell’anno è negativo (-2.363 contratti di lavoro) e peggiora sensibilmente il dato dello stesso periodo del 2023 (-760). Le assunzioni infatti sono in calo rispetto al periodo gennaio-maggio dello scorso anno dell’1,13 per cento mentre le cessazioni aumentano dell’1,84. Solo aggiungendo le stabilizzazioni la dinamica dell’occupazione resta positiva (+834). I settori più colpiti dal ridimensionamento sono l’industria(-10,7%) e i servizi alle imprese (-7,9%), due settori spesso correlati.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali a risentire della congiuntura negativa sono i contratti stabili. Le assunzioni a tempo indeterminato sono infatti in calo del 4,3 per cento, l’apprendistato addirittura crolla del 14,3, mentre sale il contratto a chiamata (+2,7%) e i contratti a termine restano stabili (-0,1%). In pratica tra le nuove assunzioni dei primi cinque mesi di quest’anno la percentuale dei contratti precari arriva all’84,5%. In netto calo anche le trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato: tra gennaio e maggio la riduzione delle stabilizzazioni è stata pari al 9,9%.

Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps si registra una generale contrazione determinata per lo più dal ritorno ad una dinamica fisiologica del settore cartario che, in quanto settore energivoro, aveva risentito particolarmente della fiammata dei prezzi di gas ed elettricità. Ma nei primi cinque mesi dell’anno aumenta il ricorso alla cassa da parte del settore meccanico (+13,4%) con un’impennata registrata proprio nel mese di maggio (+159,7%).

I dati sono il riflesso di un rallentamento dell’economia, in particolare della produzione industriale, testimoniata dal calo da ormai da 4 trimestri dei fatturati del manifatturiero.

«Da mesi – spiega il segretario Cgil Andrea Grosselli – chiediamo alla giunta di intervenire a sostegno della produzione nell’industria. Ma restiamo del tutto inascoltati. Bisogna introdurre politiche espansive per rendere più agevoli gli investimenti, rilanciare l’innovazione e quindi sostenere ricerca e sviluppo. Bisogna agire subito, invece di continuare a perdere tempo guardando sistematicamente da un’altra parte».

Per Walter Largher (Uil) «servono interventi mirati, non contributi a pioggia, da parte della giunta provinciale, e un confronto serrato tra parti sociali, per affrontare queste problematiche, promuovendo politiche che favoriscano la stabilità e la crescita occupazionale».

 

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