IL T – Mercoledì 28 Agosto 2024

Bassi salari e precarietà spingono i giovani fuori dal Trentino

Il sindacato UIL: «Mancanza di stabilità e salari inadeguati, i giovani cercano altrove»

Vincenzo Acerenza

Sul tema della carenza di manodopera portato alla luce dall’indagine di Confindustria, si esprimono i segretari dei sindacati del Trentino. Andrea Grosselli, segretario generale della Cgil, sottolinea come bassi salari e precarietà siano fattori che spingono i giovani, soprattutto quelli con i livelli d’istruzione più alti, a lasciare la provincia. Anche Alan Tancredi, segretario di Uiltec Trentino, individua il problema nella «mancanza di stabilità per i giovani dovuta oltre che alle basse retribuzioni, all’aumento di anni necessari al raggiungimento della pensione e all’attesa di almeno 2-3 anni per un contratto a tempo indeterminato».

Tancredi prosegue: «Stage, tirocini e apprendistato costituiscono precariato, non sono una garanzia per i giovani perché non sono pagati. Tutti questi fattori portano i giovani a evitare lavori basati sul ciclo continuo. Gli imprenditori dovrebbero fidelizzarsi maggiormente con le risorse umane e pensare concretamente a soluzioni come la settimana corta».

Stefano Picchetti della Uiltucs aggiunge: «L’attivazione di tavoli tripartiti fra Provincia, imprenditori e sindacati è certamente un passo nella giusta direzione. Tuttavia, affinché questi tavoli producano risultati tangibili, è necessario che vengano affiancati da misure specifiche che incentivino la contrattazione integrativa». Picchetti cita come esempio positivo Bolzano, dove gli sgravi Irap sono concessi solo alle aziende che hanno sottoscritto contratti integrativi negli ultimi due anni. «Questo approccio non solo premia le imprese virtuose, ma stimola anche un miglioramento generale delle condizioni lavorative».

 

Scarica il pdf: IL T salari 280824