L’Adige – Martedì 3 Settembre 2024

Operai agricoli, firmato l’accordo per l’aumento salariale

UILA-UIL e sindacati firmano il nuovo contratto provinciale

È stato firmato l’accordo tra i sindacati e Confagricoltura per il rinnovo del contratto collettivo per gli operai agricoli e i florovivaisti (non stagionali). All’aumento del 3,5% proveniente da un accordo nazionale si sommano un +3% e un +0,9% di elemento di garanzia inflattivo.

«Fin dall’inizio della trattativa, abbiamo tenuto il punto sul fatto che i problemi del settore agricolo non possono essere scaricati sulle lavoratrici e i lavoratori. Negli anni, oltre all’inflazione che ha colpito tutti, si sono sommate scelte politiche e gestionali sul nostro territorio che hanno creato ulteriori difficoltà», spiegano in una nota le segretarie generali di Flai Cgil e di Fai Cisl Elisa Cattani e Katia Negri, e il funzionario di Uila Uil Fulvio Giaimo, soddisfatti dell’accordo sottoscritto con Confagricoltura.

L’incremento in busta paga è già scattato dal primo settembre per quanto riguarda il 3,5% stabilito a livello nazionale. L’incremento provinciale verrà erogato invece in tre tranche: l’1,7% dal primo gennaio prossimo, l’1,3% dal primo giugno e infine il già citato 0,9%.

«La chiusura della discussione sul rinnovo del contratto provinciale – sottolineano i sindacati – libererà tempo ed energie per concentrarsi su altri temi di grande rilevanza per l’agricoltura trentina, tra cui redditività delle aziende, cambiamento climatico, efficacia delle coperture assicurative e altro.»

Soddisfazione viene espressa anche da Diego Coller, presidente di Confagricoltura del Trentino, che dichiara: «L’accordo è stato frutto di un forte senso di responsabilità di tutte le parti firmatarie che hanno rinunciato reciprocamente a delle richieste, ma con l’unico obiettivo di garantire alle parti rappresentate il massimo ottenibile in questo difficile frangente». Coller ha sottolineato come la trattativa sia stata influenzata dalle difficoltà economiche degli ultimi anni, caratterizzate da un incremento significativo dei costi di produzione, in particolare quelli legati all’energia, ai fitofarmaci e ai concimi. Parallela è la situazione per le famiglie dei lavoratori, che hanno dovuto fare i conti con l’aumento del costo della vita, aggravato dalla crescita dell’inflazione e dei costi energetici, che ha ridotto il loro potere d’acquisto.

Confagricoltura ha richiesto e ottenuto dai sindacati dei lavoratori di rinunciare ad alcune richieste normative che avrebbero comportato un onere eccessivo per le aziende agricole, e piuttosto di concentrare l’incremento salariale su una parte dei maggiori costi che le aziende avrebbero dovuto sostenere.

Scarica il pdf: ADIGE lavoro 030924