Il T – Martedì 5 Settembre 2024

Failoni: «Affitti brevi? Legge tra un anno»

Zanella: «Troppo tardi». Picchetti (Uil): «Gli stagionali non trovano casa»

Redazione Il T

Il disegno di legge di giunta sul tema degli affitti turistici brevi arriverà, ma ci vorrà un po’ di tempo, troppo secondo alcuni. Il giorno dopo la notizia, pubblicata dal «T», che l’Esecutivo provinciale è al lavoro su una legge dedicata al tema è stato l’assessore Failoni a stimare i tempi: «La situazione è emergenziale, serve agire più in fretta» lo ha spronato in seconda commissione il consigliere del Pd Paolo Zanella.

Nello stesso giorno, gli affitti turistici brevi sono stati oggetto di discussione anche al Consiglio delle Autonomie Locali, dove il sindaco di Mezzana Giacomo Redolfi ha sottolineato la necessità di intervenire. Agli appelli si aggiunge anche quello del sindacato UilTucs del Trentino che denuncia la difficoltà per i lavoratori stagionali di trovare un alloggio in regione.

Il momento di confronto più importante si è avuto nella seconda commissione del Consiglio provinciale dove congiuntamente è partito l’iter dei due disegni legge presentati sul tema degli affitti turistici brevi dal consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi e da Paolo Zanella del Partito Democratico.

Filippo Degasperi ha affermato che «la Provincia deve dare attenzione al tema e regolamentare un comparto connotato al momento da un vero e proprio “far west”». Nello specifico, la mia proposta si poggia su tre pilastri: la revisione della legge sul turismo con l’introduzione di un nuovo concetto, passando dalla semplice comunicazione all’autorizzazione con trasferimento delle competenze ai comuni (che dovranno concedere un attestato di idoneità); un secondo aspetto introduce rettifiche della legge Gilmozzi sulle deroghe, al fine di arginare il conflitto fra residenziale e turistico e infine, da ultimo, si affronta il tema fiscale con l’attribuzione ai comuni di una maggiore quota della tassa di soggiorno i cui proventi saranno destinati ai controlli».

«Il diritto alla casa va tutelato e da qui parte la nostra proposta» — ha detto Zanella — «Il disegno di legge prevede per gli alloggi ad uso turistico affittati in forma non imprenditoriale, la riduzione a due o uno nei comuni ad alta pressione turistica e ad alta tensione abitativa. È inoltre previsto l’obbligo della Scia che certifichi requisiti minimi di qualità anche per alloggi per uso turistico gestiti in forma privata. Per tutelare gli affitti ordinari, il ddl prevede inoltre la possibilità per i comuni di determinare un limite massimo al numero di alloggi per uso turistico e delle case e appartamenti vacanze, permettendo ai Comuni di concedere autorizzazioni quinquennali e garantendo la concorrenza attraverso il principio di rotazione».

Accolta la proposta della presidente di commissione Brunet di abbinare i ddl, le audizioni cominceranno il 24 settembre. La consigliera del Pd Maestri ha chiesto però quale fosse il senso se, come anticipato dal «T», la giunta sta lavorando a un suo disegno legge. «Si tratta di un ddl molto più ampio e che richiederà un lungo lavoro, probabilmente almeno un anno» — ha spiegato l’assessore Failoni — «Si partirà in primis con un grosso lavoro di raccolta dei dati e verifica del fenomeno, mentre si valuteranno eventuali impatti legislativi».

Verifica/valutazione del fenomeno sul territorio. Il consigliere ladino della Val di Fassa Luca Guglielmi ha aggiunto che «aprire all’approccio fiscale con l’abbattimento dell’Imis per i proprietari non risolverà il problema in Val di Fassa». E sull’emergenza casa sul territorio ha puntualizzato che «il problema in Val di Fassa è dettato dal fatto che le case costano troppo» e che invece «in affitto case se ne trovano», citando a tal proposito la propria esperienza personale «di inquilino di un appartamento a Canazei», ma sottovalutando forse quanto la sua posizione e le sue conoscenze in valle favoriscano la ricerca rispetto a un lavoratore stagionale.

E proprio ai lavoratori stagionali pensa il sindacato UilTucs nel suo comunicato sul tema degli affitti brevi. «È sorprendente che la Provincia solo ora si renda conto della gravità del problema» — dice il segretario trentino Stefano Picchetti — «È inaccettabile che i lavoratori e le lavoratrici del settore turistico non possano permettersi di vivere nelle stesse località in cui lavorano». Ragione per cui anche il sindacato chiede regolamentazioni sul mercato.

Un caso più unico che raro ha voluto che il tema fosse discusso nella stessa giornata anche al Cal. Tema all’ordine del giorno del Consiglio era come armonizzare il Codice identificativo turistico provinciale (Cipat) previsto per gli alloggi a uso turistico con il Codice identificativo nazionale (Cin) stabilito dalla recente norma nazionale. È stato l’assessore competente del Cal Michele Cereghini a spiegare che «le nuove regole statali impongono che il rilascio del Cin avvenga prima dell’avvio delle locazioni». Ragione per cui «con la modifica proposta, si va pertanto ad allineare le due previsioni». A titolo propositivo, il Cal ha segnalato l’opportunità di integrare tale comunicazione con una dichiarazione, da parte dell’interessato, che attesti l’agibilità dell’alloggio, la coerenza di destinazione urbanistica e l’assenza di vincoli derivanti dalla legge Gilmozzi».

Failoni ha poi spiegato il contenuto della delibera di giunta volto a armonizzare i due sistemi e aggiornato anche il Cal sulla partita degli affitti turistici brevi. «Nei prossimi mesi servirà un lavoro intenso tra Provincia, assessorati e Cal per arrivare a un ddl che regolamenti un mercato confuso. Ma per fare chiarezza servono dati certi e quindi un attento monitoraggio». A confermare l’urgenza dei Comuni è stato infine Redolfi. «Il tema è molto sentito» — ha detto il sindaco di Mezzana — «È necessaria di una regolamentazione».

 

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