l’Adige – Martedì 29 Ottobre 2024

Taglio Irap per far crescere i salari

I sindacati lodano la scelta dell’Alto Adige: «L’abbiamo chiesto pure noi, la giunta dice no»

 

TRENTO – «Migliore è l’andamento delle imprese, maggiore è il contributo in termini di entrate fiscali». Così il presidente di Confindustria Alto Adige Heiner Oberrauch commenta il taglio dell’Irap deciso dalla giunta provinciale bolzanina per le imprese che applicano contratti integrativi su base territoriale o aziendale. «Con soddisfazione prendiamo atto del fatto che la manovra di bilancio riconosca in parte questo grande contributo delle imprese, garantendo a quelle che riescono a dimostrare di pagare retribuzioni più alte la riduzione dell’Irap al 2,68 per cento, tassa che consideriamo da sempre ingiusta. Siamo e rimaniamo convinti che la riduzione del peso fiscale sia il miglior sostegno per le imprese e le famiglie».

In Trentino, secondo i sindacati, le aziende che hanno un contratto territoriale o aziendale integrativo sono più o meno la metà. Dunque, inserire una clausola del genere potrebbe aumentare la platea di aziende interessate ad offrire un integrativo pagandolo con i risparmi legati al taglio dell’Irap.

«Con la decisione di vincolare gli sconti Irap al rispetto non solo dei contratti collettivi di primo livello, ma anche a quelli integrativi, provinciali o aziendali, di fatto si promuove in modo deciso la contrattazione, spingendo nella direzione di migliorare le retribuzioni», fanno infatti notare i segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sottolineando che la strada intrapresa dalla giunta altoatesina va nella giusta direzione.

«Nel confronto con la giunta Fugatti, nell’ambito della questione salariale, le confederazioni sindacali hanno posto sul tavolo questo tema, ma ci erano state messe davanti obiezioni di tipo normativo. Crediamo che tali obiezioni siano superabili come dimostra la scelta di Kompatscher», insistono i tre sindacalisti.

CGIL, CISL e UIL, dunque, incalzano la giunta provinciale trentina sul tavolo per le retribuzioni. «A dieci mesi dell’avvio di quel confronto di fatto non è stata prodotta nessuna proposta concreta, almeno da quanto noto alle organizzazioni sindacali. Crediamo che l’esempio di Bolzano sia replicabile anche a Trento e sarebbe un passo concreto nella direzione di migliorare i salari dei dipendenti, valorizzando peraltro la contrattazione tra parti sociali. Restiamo convinti, infatti, che la Provincia non può limitarsi a fare da spettatore muto, ma deve spingere sulle leve a propria disposizione per favorire la definizione di una soluzione», proseguono Grosselli, Alotti e Bezzi ricordando che una misura di questo tipo sarebbe coerente anche con la recente intesa siglata sulla riforma della legge 6 che vincola i contributi per le aziende al rispetto dei contratti collettivi di lavoro.

Scarica il pdf: ADIGE ART fisco 291024