Corriere del Trentino – Giovedì 9 Novembre 2024

«Professionisti reclutati a 2.000 euro al giorno»

 

La UIL denuncia
Il clima è sempre più teso e si scalda il dibattito sulla carenza dei medici. Questa volta è la UIL Fpl Sanità a puntare nuovamente i riflettori sui punti nascita e lo «scandalo» della cooperativa di Bologna ingaggiata dall’azienda sanitaria per sopperire alla carenza di medici nei reparti di Cles e Cavalese.

«Per garantire la sostenibilità dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dei due ospedali si è ricorso a una cooperativa bolognese per reclutare medici pagati 2mila euro al giorno», tuona il segretario generale. Una «decisione — continua — scandalosa e discriminatoria nei confronti dei medici strutturati che vengono remunerati molto meno e con un contratto scaduto dal 2019».

Una scelta che pesa come un macigno e si somma a una carenza di investimenti adeguati e di strategie mirate, lasciando i reparti cruciali in una situazione di precarietà. «E non possiamo ignorare — rincara la dose Varagnone — il fallimento evidente delle chirurgie e delle ortopedie nelle strutture periferiche, con numeri che parlano di una situazione allarmante».

Secondo i report, infatti, «la performance di queste unità è ben al di sotto degli standard minimi richiesti, generando frustrazione tra i pazienti e i professionisti».

Il sindacato sprona la parte politico-amministrativa del Trentino affinché vengano attuate «soluzioni per invertire la rotta ormai in declino data l’insostenibilità dell’attuale stato della sanità». Poi alla Provincia: «Si concentri sui problemi reali».

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