L’Adige – Giovedì 12 Dicembre 2024

Specialisti in Pronto Soccorso, segnalazione alla Corte dei Conti

 

Sindacati contro l’Apss: «Carenza di medici e scelte insostenibili»

SALUTE

Ferro (Azienda sanitaria) punta a supplire alla carenza di medici nei Pronto soccorso chiamando in aiuto i medici degli altri reparti che saranno pagati in Poa, ossia prestazioni orarie aggiuntive. 100 euro all’ora, tassati del 15%. Immediata presa di posizione dello Smi, il sindacato guidato da Nicola Paoli, che sulla questione ha inviato una segnalazione alla Corte dei conti. L’accordo sugli ambulatori dei codici bianchi è stato “congelato” pochi giorni prima dell’avvio e Provincia e assessorato si rimbalzano le responsabilità. Paoli però non ci sta e attacca.

«Apss – fa presente Paoli – supplisce alla mancanza di medici al Pronto soccorso degli ospedali bandendo concorsi che da oltre un anno vanno deserti e chiedendo ai dirigenti medici di altri reparti di sostituire i loro colleghi, distogliendoli dall’attività ordinaria e togliendo anche la possibilità del benessere familiare e del giusto riposo a cui hanno diritto. La stessa Azienda non bandisce Concorsi per un settore specifico della medicina generale che supporterebbe egregiamente, con i codici colori, i dirigenti medici dei Pronto soccorsi stessi».

Paoli ritiene che la Corte dei Conti dovrebbe intervenire per il fatto che a fronte dei cento euro elargiti ai dirigenti, “per tale attività prontosoccorsistica i medici della medicina generale addetti all’Emergenza sanitaria territoriale percepiscono 24,25 euro all’ora”.

Sempre Paoli fa presente che lo stesso Ministro Schillaci, nei giorni scorsi, avrebbe avvisato le Regioni e le Province autonome che devono concentrarsi sulla medicina generale in tale supporto ai Pronto soccorsi ospedalieri. «Nel frattempo, invece che accettare i cento euro per andare in Pronto soccorso, alcuni dirigenti medici di un Ospedale periferico, reparti Ortopedia e Chirurgia, in sottorganico e con turni di pronta disponibilità al limite dell’impossibile, da oramai un anno, hanno già dato le dimissioni o stanno per licenziarsi. Temiamo fortemente che la mancanza di forze fresche nei reparti di ortopedia e chirurgia dell’Ospedale di Tione, alla lunga, creerà un buco incolmabile», conclude Paoli.

Rivendica la “paternità” della proposta e contesta il ritardo con cui è stata applicata, invece, la Federazione Cimo-Fesmed.

«Il direttore dell’Apss Antonio Ferro ha deciso di combattere il fenomeno dei gettonisti adottando una proposta avanzata dalla Federazione Cimo-Fesmed, ovvero chiedendo ai medici che già lavorano in ospedale la disponibilità a coprire alcuni turni in pronto soccorso al di fuori del proprio orario di lavoro. Peccato che dalla nostra proposta siano passati due anni, e che nel frattempo siano state adottate diverse disposizioni nazionali volte a disincentivare il ricorso ai medici a gettone e a retribuire meglio i colleghi disponibili a lavorare in prestazione aggiuntiva, pagata 100 euro all’ora e tassata al 15%. Non si tratta dunque di “una novità assoluta e un’inversione di tendenza”, ma di un semplice adeguamento alla legge nazionale e a ciò che avviene già da mesi in diverse Aziende sanitarie nel resto d’Italia», dice la Presidente Sonia Brugnara commentando l’intervista rilasciata da Ferro. «E lo stesso ragionamento vale per i 2 milioni di euro da destinare all’incremento degli stipendi del personale sanitario che lavora in pronto soccorso – continua Brugnara -. L’indennità di pronto soccorso è stata stanziata nel 2021 dalla legge di bilancio statale e integrata, sempre dalla legge di bilancio, nel 2022».

«Cogliamo inoltre l’occasione per ricordare che, oltre ad interventi spot, tra gli strumenti a disposizione per risolvere molte criticità dei medici trentini c’è anche il contratto collettivo di lavoro, il cui rinnovo è attualmente in fase di trattativa. Se, al contrario di quello che si sta tentando di fare al tavolo negoziale, si proponesse un contratto finanziato adeguatamente e che risponda alle necessità dei professionisti, i medici rientrerebbero nel servizio sanitario pubblico, e allora non ci sarebbe più bisogno né di gettonisti, né di cooperative, né di prestazioni aggiuntive», conclude Brugnara.

Alle parole di Ferro replica anche Giuseppe Varagone (Uil Fpl sanità) che sottolinea la necessità di adottare strategie lungimiranti per garantire la sostenibilità del sistema sanitario e la qualità dei servizi. «Da un lato, si richiama il senso di appartenenza invitando i medici a dimostrare impegno e lealtà, valori che, in un momento di difficoltà, potrebbero apparire nobili e necessari. Dall’altro, però si minaccia il blocco della contrattazione a tempo indeterminato per coloro che non accettano la mobilità provinciale. Questo atteggiamento non solo compromette la stabilità lavorativa, ma erode anche la fiducia e quel senso di appartenenza che si pretende di promuovere. È inoltre paradossale che i medici siano esclusi da qualsiasi forma di consultazione sulla Scuola di Medicina», dice Varagone sottolineando i carichi di lavoro che i professionisti hanno a causa degli organici ridotti. «Questa situazione non solo influisce sulla qualità del servizio offerto ma mina profondamente il morale e la motivazione dei professionisti, costretti ad operare in un clima di crescente insoddisfazione», conclude il sindacalista invitando l’assessorato a riconsiderare con attenzione le scelte relative alla direzione generale. P.T.

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