Il T – Giovedì 12 Dicembre 2024

I salari, una buona idea e un’azione equivoca

 

L’editoriale di Walter Alotti, segretario generale Uil Trentino

SALUTE

Il presidente Fugatti ha giustamente posto sia all’insediamento della seconda giunta provinciale, che nella relazione di presentazione della manovra di bilancio 2025 la questione salariale trentina, l’evidente divario delle retribuzioni trentine da quelle dell’Alto Adige, dato peraltro consolidatosi nel tempo, e di quelle del Nord-Est, finanche in qualche settore addirittura da quelle nazionali. Dopo un anno di tempo e qualche incontro con i rappresentanti delle categorie economiche e qualcuno in meno con le confederazioni sindacali si è presentato nei giorni scorsi la bozza di un documento che ha per titolo ed obiettivo un «Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali», con diversi impegni che dovrebbe onorare la Provincia Autonoma ed altri punti a carico del sistema imprenditoriale. Il focus al centro dell’azione di governo è quindi ancora una volta in primis la crescita delle imprese, con l’iniezione di investimenti in innovazione e ricerca, per conseguire un aumento della produttività nel territorio trentino, che a quel punto dovrebbe indurre un aumento dei salari e delle retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici trentine. E qui sta l’equivoco che bisogna superare e sanare. Al di là di tutte le azioni già realizzate a favore delle imprese, in particolare quelle dei settori turistico ed agricolo, e quelle indicate nel documento proposto, l’unico punto che riguarda il coinvolgimento delle parti sindacali fa riferimento al vincolo, per ottenere contributi ed agevolazioni ai sensi della legge provinciale 6/23, dell’applicazione nelle aziende richiedenti dei contratti collettivi nazionali o di intese integrative territoriali o aziendali siglate dalle maggiori organizzazioni sindacali confederali ovvero più rappresentative a livello nazionale. Tali vincoli sono peraltro facilmente eludibili andando a richiedere contributi o agevolazioni che non prevedano l’eventuale aumento salariale.

La Uil e le altre organizzazioni sindacali chiedono piuttosto una visione meno «strabica» della giunta Fugatti e di mettere mano e risorse alla fiscalità generale ed a una maggior qualità del contesto sociale per renderlo più attrattivo, a prescindere dalle stesse retribuzioni, per i servizi sociali, sanitari e scolastici delle famiglie dei lavoratori. Abbiamo ribadito la necessità di una rimodulazione dell’addizionale Irpef, per accrescere la capacità di spesa delle famiglie, anche quelle del ceto medio/basso e di introdurre meccanismi selettivi delle agevolazioni Irap per le imprese, legati all’effettivo rinnovo o sigla dei contratti di lavoro e volti al sostegno della reale e concreta contrattazione integrativa, come a Bolzano. Un ’altra questione importante di cui si accenna solo superficialmente nel documento, correlata al costo della vita e dell’insufficienza del salario trentino è quella abitativa. Anche qua vanno rafforzati ed accelerati gli impegni in edilizia pubblica e vanno coinvolte le imprese nella ricerca delle soluzioni per le proprie maestranze, in zone ad alta densità abitativa e nelle valli e centri periferici.

A questo punto, ponendo mano anche ad una rivisitazione del welfare trentino, delle politiche equitative, ad uno rilancio della formazione professionale ed a misure di contenimento reale del sempre più allarmante stato della sicurezza del lavoro, diverrebbe molto più agevole attrarre lavoratori e lavoratrici e realizzare un contesto di migliorata produttività del sistema economico e di qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori trentini.

* Segretario generale Uil Trentino

 

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