Picchetti (UilTuCS):richiesta di affitto più basso bocciata da Castello sgr e Interbrennero
TRENTO Il «Best Western Quid hotel» della Hnh Tresto srl, aperto qualche anno fa all’interporto, ha annunciato la chiusura. Contestualmente è stata aperta la procedura di mobilità per i 32 dipendenti. Il motivo, come spiega Stefano Picchetti della Uiltucs, è la richiesta di abbassare i canoni di locazione fatta dalla catena, a cui i proprietari degli stabili — Castello sgr ha l’hotel e Interbrennero spa il ristorante Mover — hanno risposto negativamente.
I 32 dipendenti (tutti iscritti alla Uiltucs) che rischiano il loro posto di lavoro, dato che «l’attività cesserà il prossimo 8 gennaio», sono 14 contratti a tempo indeterminato, a cui vanno aggiunti i 6 posti fissi delle lavoratrici di servizio ai piani. Oltre a loro ci sono altri 12 lavoratori con contratti diversi, fra cui alcuni con un «contratto indeterminato a chiamata», che deve garantire reperibilità 24-48 ore prima.
Picchetti è severo: «Quanto sta succedendo rischia di assestare un altro duro colpo all’industria turistica, la quale da tempo si dice essere centro di interesse per lo sviluppo della nostra terra; nel frattempo piccole, medie e grandi imprese chiudono o riducono il personale e la perdita di posti di lavoro continua in uno stillicidio incessante di linfa produttiva e di professionalità. Per ogni posto di lavoro a tempo indeterminato perso aumenta utilizzo dei voucher, se si vuole puntare su un turismo di qualità è questa la strada da seguire»?
Entrando nel dettaglio, l’albergo ha aperto la procedura di mobilità poiché il suo business non è più sostenibile, dato il forte canone di affitto. Nel 2010 il fatturato è stato di poco più di un milione di euro, con un canone di affitto (albergo e ristorante) da 384mila euro e una perdita di esercizio da 279mila. Dopo la fase di avviamento, la struttura ha recuperato (anche se in questi anni ha accumulato perdite per oltre 600mila euro), arrivando a fatturare nel 2015 2,7 milioni di euro, per un utile di 22mila. A questo punto però anche il canone di locazione era cresciuto, evidentemente seguendo il miglioramento dei conti della struttura, arrivando a 618mila euro.
Per consolidare l’attività, la società ha chiesto ai proprietari di abbassare l’affitto, ma la proposta non è stata accettata. «Ciò che salta all’occhio è che Interbrennero spa è di proprietà pubblica», dice Picchetti. Infatti la Provincia di Trento controlla con il 62,9%, poi quella di Bolzano e la Regione hanno entrambe il 10,5%. «Da notare che Interbrennero, visti i problemi con il Hnh Trento, ha emesso un nuovo bando: poi ha partecipato solo Hnh e Interbrennero non ha accettato la sua offerta». Inoltre l’albergo è in mano alla Castello sgr, i cui azionisti sono i principali soggetti finanziari del Trentino, come Isa, Itas, Fondazione Caritro e Mittel (partecipata di nuovo da Isa e Caritro). «La Uiltucs già chiesto di effettuare quanto prima l’incontro della procedura di licenziamento collettivo e ha già chiesto di incontrare il vicepresidente Olivi, Interbrennero e Castello sgr per chiedere a tutte le parti uno sforzo finalizzato alla conservazione dei posti di lavoro». A quanto pare il mancato approdo di Ikea nell’area dell’interporto non ha permesso quello sviluppo che ci si aspettava. Per finire la Uil si chiede che fine abbiano fatto le categorie, «che chiedono turismo di qualità».
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