4 gennaio 2017 – Corriere del Trentino
Sanifonds, fondo a metà del guado
Gli Artigiani: «Ad aprile aderiremo». Confindustria: «Un posto in consiglio e ci saremo» Ianeselli: «Gestito da chi non ne fa parte, così non va». A marzo l’assemblea per il cda
Era il luglio 2013 quando la quasi totalità delle categorie economiche trentine sottoscrisse la propria adesione a Sanifonds. Il fondo sanitario integrativo prometteva di garantire anche in futuro gli attuali standard sanitari, mettendo al sicuro i bilanci della Provincia dal progressivo invecchiamento della popolazione. Del progetto, però, si parlava almeno da metà della legislatura precedente, quando Ugo Rossi, allora assessore alla sanità, si mostrava preoccupato da crescente numero di non autosufficienti. Oggi, nel 2017, Sanifonds è ancora di fatto il fondo sanitario del pubblico impiego. Le categorie economiche litigano su chi debba aderirvi per primo, ma nessuno lo fa. Il rischio, a questo punto, è che il progetto perda la sua forza inerziale e finisca con l’arenarsi.
Il presidente di Sanifonds, Roberto De Laurentis, a fine ottobre aveva fatto saltare tutti sulle sedie minacciando di non fare aderire proprio i «suoi» artigiani, oggi organizzati nel fondo Sia3, «se non si muovono tutti». «Il fondo — ricorda ora — è attivo dal marzo 2016, non siamo in ritardo. Avevamo detto che come artigiani saremmo entrati ad aprile 2017 e così sarà. Siamo persone di parola. Vogliamo, però, che si muovano anche gli altri. Abbiamo messo insieme una struttura molto snella, con un direttore e due persone di personale, cui ora si è aggiunto uno stagista laureato in statistica con il compito di porre le basi di un nostro osservatorio interno. Fino ad ora, noi abbiamo fatto, gli altri hanno chiesto».
La polemica su cui De Laurentis questa volta preferisce non insistere è con Confindustria, che al fondo aderì come la Cooperazione in seconda battuta, nel giugno 2014, e per questo partecipa ai consigli di amministrazione solo come uditrice. «Più volte Confindustria — ricorda il direttore Roberto Busato — ha sollecitato la convocazione della prima assemblea, al fine del formale ingresso nella governance del fondo. Ribadiamo la convinzione di Confindustria della bontà del progetto Sanifonds per il Trentino, ma non siamo in grado di promuovere e sottoscrivere accordi per l’ingresso di nostre associate in Sanifonds finché noi stessi non saremo parte della governance del fondo. Tanto più di fronte a decisioni che talvolta non ci trovano d’accordo e sulle quali ad oggi non abbiamo di fatto voce in capitolo».
«A giorni avremo il consiglio di amministrazione — riferisce De Laurentis — e a marzo sarà convocata l’assemblea per l’elezione del nuovo cda». «Lo abbiamo appreso positivamente — replica Busato — Auspichiamo che finalmente si riesca a dare concreta operatività a un progetto che rimane strategico per il nostro territorio».
Della sua strategicità è convinto da sempre il segretario generale della Cgil, Franco Ianeselli, che non nasconde un certo nervosismo. «Ad oggi, oltre a buona parte del pubblico impiego (27.200 le adesioni, ndr), abbiamo solo circa 500 lavoratori degli impianti a fune che noi abbiamo portato e circa 700 lavoratori del Progettone. Da Confindustria abbiamo segnali positivi, ma tutti devono fare la propria parte e la Provincia dovrebbe cominciare a farsi sentire. Oggi, di fatto, la mutua della Cooperazione in cui è confluita quella degli Artigiani gestisce un fondo di cui non fanno parte né Cooperazione, né Artigiani. Non ha senso. Il presidente del fondo minaccia di non fare entrare i suoi. Nella categoria del suo vice Largher (Uil, ndr), il commercio, non mi risultano passi in avanti. Qualcosa non va. È necessario superare il prima possibile la fase del cda provvisorio e dare vita a un nuovo organo possibilmente snello».
E la Cooperazione? Da quando il suo fondo (Cooperazione salute) nel 2014 è diventato nazionale, gli iscritti sono schizzati dai 13.000 del 2013 a 127.000. Vorrà ancora «sciogliersi» in Sanifonds e contribuire così al «sistema Trentino»?
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