11 gennaio 2017 – Corriere del Trentino

Bertola: «Tagli? No, razionalizzazioni» a La sindacalista Uil: «I Comuni spendono meglio e sprecano meno»

«Non si tratta di riduzioni, ma di razionalizzazioni». Silvia Bertola, segretaria provinciale UIL Fpl enti locali, guarda in maniera positiva ai dati pubblicati dal Corriere del Trentino sulle spese dei Comuni. Dati dai quali emerge (Fonte Ispat) come dal 2001 al 2015 le spese in conto capitale, ovvero gli investimenti delle amministrazioni locali, siano diminuite mentre, al tempo stesso, le spese correnti siano salite. La forbice più ampia si ha tra il 2010 e il 2015: dai 543 milioni e l 607 mila euro di investimenti del 2010 ai 356 milioni e 224 mila euro di quattro anni più tardi. Oltre 187 milioni di investimento in meno.

Cosa pensa di questo gap?

«Innanzitutto, che è cambiata la mentalità».

In che senso?

«Nel senso che più che di tagli, parlerei di razionalizzazioni. Evidentemente prima si spendeva troppo. Oggi si è compreso che i cittadini possono vivere benissimo anche senza mega impianti natatori».

Ma ci sono stati tagli alla cultura, alla polizia locale, alla gestione del territorio e dell’ambiente. Questo non crea problemi ai cittadini?

«Non credo. Anzi, è un bene che oggi si faccia un uso più equilibrato dei soldi pubblici. Intendiamoci, i tagli ci sono stati per tutti, il bilancio provinciale si è contratto, ma non sono state toccate le spese essenziali. Pensiamo agli asili nido che sono stati potenziati o all’edilizia scolastica trentina è migliore rispetto a quella di altre regioni d’Italia. Direi che al momento non c’è alcuna penalizzazione per i cittadini».

E poi ci sono i 70 milioni di euro derivanti dagli avanzi di amministrazione, rispetto ai quali bisogna capire quanto potrà essere effettivamente usato dai Comuni. Lei cosa si aspetta?

«La norma è importante, ma la partita è ancora aperta. Del resto, l’accordo è stato siglato con governo Renzi. Bisogna vedere come andrà adesso».

Intanto, le spese correnti continuano a salire: siamo passati dai 530 milioni di euro del 2001 ai 674 milioni di euro del 2015. E ciò nonostante i Comuni si siano impegnati a ridurre la spesa di 30,6 milioni di euro. Come mai?

«L’impegno dei Comuni è reale, ma ci vorrà qualche anno prima di vedere l’effetto delle gestioni associate. Inoltre, i dati mostrano come la spesa corrente non sia salita per il personale (dai quasi 220 milioni spesi per il personale pubblico nel 2010 si è passati ai 213 milioni e 795 mila euro del 2015, ndr). Dopotutto, era impossibile che accadesse il contrario visto che da anni le assunzioni sono bloccate».

Scarica il pdf: razionalizzazioni-art-110116