18 gennaio 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
Edilizia, la denuncia di Cgil, Cisl e Uil
«La cassa integrazione è sparita»
I sindacati: «Non viene più concessa. Usiamo la delega e riattiviamo le commissioni»
Nell’edilizia è scomparsa la cassa integrazione. È la denuncia mossa dai sindacati, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Alla già pesante crisi che attanaglia il settore, ora si aggiunge chi, secondo i sindacati, «starebbe giocando sporco e si starebbe approfittando della situazione».
«Molti lavoratori — lamentano i rappresentanti sindacali — ci stanno comunicando che vengono licenziati perché la cassa integrazione non sarebbe più concessa ai datori di lavoro. Altri si trovano a lavorare, pur di mantenersi il posto di lavoro, in condizioni senza sicurezza: su tetti pieni di neve, su terreni ghiacciati e scivolosi, a temperature ben al di sotto delle condizioni minime concesse».Quello che i sindacati chiedono è che si faccia ricorso alla delega sugli ammortizzatori sociali per trovare una soluzione «per istituire quelle commissioni provinciali abolite dalla riforma del jobs act che hanno gettato nel caos un comparto già agonizzante».
Secondo Maurizio Zabbeni (Fillea Cgil), Fabrizio Bignotti (Filca Cisl) e Gianni Tomasi (Feneal Uil) le nuove norme sulla cassa integrazione stanno aggravando la crisi occupazionale e alimentando la deresponsabilizzazione delle imprese. «Negli ultimi due anni — ricordano — sono stati bruciati 2.000 degli 11.000 addetti del comparto. In otto anni gli occupati si sono quasi dimezzati, passando dai 18 mila addetti del 2008 a 9.500 del 2016. Identico calo anche sul piano delle ore lavorate che nello stesso lasso di tempo si sono ridotte del 50%. Abbiamo pagato il prezzo di aziende poco strutturate, piccole e non competitive e di una profonda crisi di commesse. Adesso però che in altre parti del Paese qualcosa comincia a muoversi, da noi tutto resta fermo anche perché la Provincia, insieme agli enti locali tra i principali committenti, ha promosso una politica di drastica riduzione dei lavori pubblici, calati del 60% nel 2016». Ma la crisi economica non sarebbe la sola causa di questa situazione. «Mentre a Bolzano la Cassa edile è al +5%, in Trentino è al -7%». Insomma non si utilizza la cassa integrazione, sia quella legata al calo di commesse, sia quella cosiddetta invernale.
«Di fronte alle modifiche normative introdotte con il jobs act e alle nuove procedure messe in atto di conseguenza dall’Inps, c’è stato un oggettivo irrigidimento della cassa integrazione — ammettono i tre segretari —. Sicuramente i passaggi burocratici sono più pesanti, ma la questione vera è che la nuova normativa ha prodotto una deresponsabilizzazione del sistema: oggi un imprenditore piuttosto che assumersi la responsabilità di dire che ricorre alla cassa integrazione per calo commesse preferisce licenziare». Cgil, Cisl e Uil stimano che siano diverse centinaia i posti di lavoro persi per questa ragione e la Cassa edile ha già riscontrato un calo del 7,61% nel mese di novembre 2016 sullo stesso periodo dell’anno precedente. Nelle prossime settimane i segretari generali incontreranno le associazioni datoriali e i consulenti del lavoro perché sensibilizzino i datori di lavoro sulla materia e per arrivare alla definizione di protocolli d’intesa specifici. Già nelle scorse settimane i sindacati hanno incontrato la direzione regionale e provinciale dell’Inps nel tentativo di trovare una soluzione. Ma non è stato sufficiente. «La strada da percorrere per noi è quella della delega sugli ammortizzatori sociali. Chiediamo all’assessore Alessandro Olivi di riattivare le commissioni paritetiche che valutavano i requisiti per il riconoscimento della cassa integrazione, che la legge ha abrogato e di verificare l’agibilità massima che consente la delega, agendo anche sui requisiti di accesso».
Scarica il pdf: edilizia ART 180117
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