4 febbraio 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
«Una legge per regolare le aperture dei negozi»
I sindacati confederali del settore chiedono alla Provincia di approvare
una norma che metta un limite alla liberalizzazione selvaggia nel commercio
Per una legge provinciale che regolamenti la liberalizzazione degli orari d’apertura, il momento è di quelli da prendere al volo: disponibilità dichiarata da parte dell’assessore Olivi, parere favorevole sia delle forze di maggioranza che di minoranza ed un riscontro economico che non premia l’apertura selvaggia. Per questo i sindacati hanno iniziato a far pressione per arrivare ad avere una legge che regolamenti gli orari d’apertura, in particolar modo nei giorni festivi.
Ieri, in occasione della conferenza stampa convocata alla presso la sede della Cgil, è stata presentata la lettera inviata dai tre Segretari Generali Caramelle Filcams Cgil; Avanzo Fisascat Cisl e Largher Uiltucs all’assessore Olivi. La richiesta è quella che avvalendosi delle competenze concesse dallo Statuto d’Autonomia, si possa arrivare ad una legge che regolamenti gli orari d’apertura degli esercizi commerciali.
Come del resto ha già fatto il Friuli Venezia Giulia la cui legge regionale sarà esaminata dalla Corte Costituzionale il prossimo 11 aprile. I sindacati hanno sottolineato come se la Legge Olivi aveva fatto dei danni, deleterio è stato il Decreto Salva Italia del Governo Monti:«Si pensava che esasperando un circuito consumistico con aperture no stop, si potesse favorire la concorrenza e da qui un risultato positivo anche per i prezzi al consumo. Non è assolutamente successo così ha detto Caramelle ma si è aperta la strada unicamente all’arrivo di gruppi meglio strutturati che ha gestito la situazione, mentre le aziende locali sono andate in crisi». L’esempio portato da Largher è quello dell’arrivo del Discount Aldi a Rovereto: «Assunzioni solo al minimo sindacale e nessun contratto integrativo per le aperture straordinarie. La tendenza è quella di avere sempre meno dipendenti fissi, avvalendosi di tutte le forme possibili di contratti a termine». Per Avanzo della Cisl, il problema è anche quello che non si è mai riusciti a aprire un tavolo di confronto: «Il Gruppo Poli si è subito chiamato fuori, gli altri marchi locali hanno dato la loro disponibilità, ma a patto che nessun altro concorrente aprisse nei giorni festivi. Insomma disponibilità solo a parole senza mai essere riusciti a concretizzarla». Per i sindacati i tempi sono molto stretti: da una parte il rischio di elezioni anticipate che bloccherebbero tutto; ma anche un Governo Provinciale in scadenza il prossimo anno e così il sogno sarebbe quello di un primo maggio, festeggiato senza lavorare. «Ma prima viene il 25 aprile e sono tutte giornate che oggi sarebbero lavorative: una realtà che non ha nessun riscontro positivo a livello sia economico che occupazionale». In questo contesto, a livello provinciale, sono 200 le lavoratrici che si sono licenziate dopo il periodo di maternità per l’impossibilità di conciliare il ruolo di mamma con quello di dipendente.
Scarica il pdf: aperture ART 040217
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