Comunicato stampa UIL del Trentino –15 febbraio 2017

 

Società partecipate provinciali: prosegue la regia confusa e l’azione convulsa di Giunta e Apran. Per la UIL non ci sono più le condizioni per addivenire al Contratto Collettivo Unico Prov.le.

 

Certo al Sindacato non dispiace mai che enti o imprese assumano, aumentino i dipendenti. Tanto più in un momento di crisi occupazionale anche locale profonda, con tanti giovani alla ricerca di un posto di lavoro, non precario. Figuriamoci poi se le aziende appartengono al comparto pubblico. E quindi lo sblocco delle assunzioni anche nelle società strumentali della Provincia, addirittura prevedendone per alcune l’incremento del numero dei neo assunti fino al 50% della spesa del personale cessato negli anni precedenti (contro il 10% consentito alla stessa “mamma Provincia” ed al 20% stabilito a suo tempo per le società partecipate), non sembrerebbe dover essere oggetto di critica da parte del Sindacato.

Ma così non è. Questa delibera rappresenta infatti una contraddizione di termini, un’inversione di marcia strabiliante ed inspiegabile, per lo meno riguardo alle possibili assunzioni nelle società strumentali a partecipazione pubblica (Cassa del Trentino, Riscossioni del Trentino, Informatica Trentina, Trentino Sviluppo, Trentino Network, ITEA….). Tutte società provinciali per le quali da più di un anno la Giunta ha proposto un Contratto Collettivo Unico di lavoro di primo livello ed attivato un tavolo di relazioni industriali per addivenire ad un accordo politico, con le Categorie ed anche con le Confederazioni sindacali, per superare i grossi problemi che nascono e nasceranno dalle conseguenti, in ultima istanza disdette, dei CCNL ( Commercio, Bancari, Federcasa, Metalmeccanici, Comunicazioni…)in essere nelle diverse società, e quindi per la loro sostituzione col nuovo contratto unico.

Una proposta per certi versi “indecente”, dal punto di vista sindacale, che discendeva dalla esigenza della Provincia di ottemperare alle norme statali previste dalle Leggi di Stabilità di Monti, di Renzi e dalla Legge Madia in ossequio alla “spending review”, alle previsioni della legge provinciale 3/2006 e, soprattutto – motivo per cui anche le Confederazioni Sindacali hanno accettato una sfida tanto grande – dall’ipotesi di utilizzare l’intero “bacino degli organici delle società” per le possibili, paventate, annunciate operazioni di razionalizzazione e compensazione di carenze ed esuberi di personale non dirigenziale, direttamente in ogni società, compresa l’ipotesi di riduzione di personale per alcune di esse.

L’ultima delibera della Giunta, che autorizza assunzioni di personale, con sistema privatistico, discrezionale quindi, letta assieme a movimenti individuali di personale dalle Società al Centro Servizi Condivisi srl (ulteriore società pubblica partecipata) ed al continuo ritardo, slittamento di scadenze ed incertezza poi del processo di unificazioni delle numerose società almeno in “poli funzionali”, rompe, spezza, almeno per quanto riguarda la UIL, quel filo che ci vedeva coinvolti ed interessati a giocare quella partita, in rappresentanza degli interessi dei lavoratori di quelle società e soprattutto della comunità trentina.

Ci limiteremo a giocare di rimpallo, le nostre rappresentanze di categoria assolveranno al loro legittimo ruolo difensivo e di garanzia dei loro associati e, sul piano generale, piuttosto che ad un’azione concertata e corale, parteciperemo ad una lunga, spezzettata, convulsa, probabilmente anche dannosa e per certi versi dolorosa azione unilaterale della PAT verso l’obiettivo che si è posta, con un agire debole, espressione di una regia politica confusa, della tutela di qualche interesse particolare e della mancata volontà di perseguire, veramente, il bene comune.

 

Walter Alotti

Segretario Generale

UIL del Trentino

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