15 marzo 2017 – Corriere del Trentino
«Borgolon», Aquafil è risoluta
Licenziamento collettivo per 42 Novara, comunicazione a sindacati e Rsu. Lo sciopero prosegue
Come previsto ieri ai sindacati e alle Rsu dei dipendenti della Borgolon di Novara è arrivata la comunicazione di «apertura della procedura di licenziamento collettivo» per tutti e 42 i dipendenti. Le maestranze a questo punto si rivolgono alle istituzioni.
«Da venerdì della scorsa settimana non abbiamo più incontrato nessuno — dice Marialuisa Mauceri della Uiltec di Novara — e quindi continuiamo lo sciopero, fino all’incontro che è fissato per venerdì». Fra le motivazioni indicate dalla multinazionale Aquafil, di proprietà di Giulio Bonazzi, presidente di Confindustria Trento, «ci sono i costi esorbitanti dell’energia elettrica — prosegue Mauceri —, assieme al fatto che la Borgolon è il più piccolo stabilimento del gruppo».
Quanto alla possibilità di spostamento, offerta a complessivamente a 12 persone, i sindacati ritengono si tratti di una soluzione «inaccettabile: tutti hanno famiglia. Forse un paio di ragazzi sarebbero disposti a spostarsi».
L’azienda aveva proposto una soluzione per 27 persone su 42 — ad Arco sarebbero andati in 5, 7 a Cares (Comano); inoltre nello stesso sito dove adesso sorge le Borgolon, doveva nascere un’altra azienda per produrre un filato particolare, capace di dar lavoro ad altre 12 persone. A loro si aggiungevano 2-3 pensionandi —, ma in assemblea i dipendenti avevano rifiutato, entrando in sciopero senza spegnere del tutto l’impianto. Poi l’azienda ha deciso per la serrata e ieri è arrivato il licenziamento collettivo.
Scarica il pdf: Aquafil ART 150317
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