19 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Licenziamento Aquafil, l’azienda si difende Vivaldi: «Brandì un taglierino, reintegro impossibile». Alla Borgolon si tratta

«La Uil fa il suo lavoro, ma il reintegro del dipendente per noi era impossibile». Adriano Vivaldi, consigliere delegato di Aquafil e braccio destro di Giulio Bonazzi spiega perché l’ex delegato sindacale licenziato non è stato reintegrato.

La Corte d’Appello di Trento ha confermato la sentenza di primo grado che aveva giudicato illegittimo il licenziamento aumentando da 18 a 24 mensilità di retribuzione il risarcimento, più due per il mancato preavviso. Secondo la Uil il proprio delegato era stato vittima di un aggressione con un cacciavite. «Il suo ruolo — sostiene invece Vivaldi — non fu affatto passivo. Reagì brandendo un taglierino e solo il pronto intervento dei colleghi, che hanno fermato entrambi, ha impedito il peggio. Anzi, ne approfitto per ringraziarli ancora. Per quanto ci riguarda — continua il dirigente — rispettiamo la sentenza che ha previsto il risarcimento e, non a caso, non ha imposto il reintegro. Non possiamo tollerare che, all’interno dei nostri stabilimenti, si arrivi alle mani. Chi lo fa deve sapere che per lui i cancelli della fabbrica non si apriranno più. Non si tratta — continua Vivaldi — solo di tutelare l’azienda, ma anche i dipendenti che vi lavorano».

Intanto, prosegue la trattativa alla Borgolon di Novara, che Aquafil ha deciso di dismettere per trasferire in Slovenia la produzione. Le parti si sono incontrate venerdì. «Ci siamo lasciati con l’impegno a rivederci giovedì — spiega Marialuisa Mauceri, della Uiltec — All’azienda abbiamo chiesto di partecipare a tutti i tavoli istituzionali convocati per cercare di trovare soluzioni a fronte dell’assenza di reali ammortizzatori sociali. Aquafil ha accolto questa richiesta». Quanto ai 12 posti di lavoro offerti ad Arco a chi dei 45 dipendenti intendesse trasferirsi, difficilmente se ne farà qualcosa. «Si tratta di una proposta semplicemente irricevibile — commenta Mauceri — Come si fa a pensare che qualcuno lasci la famiglia o la costringa a trasferirsi? Non siamo in America, la realtà italiana è diversa». Solo 12 lavoratori dovrebbero venire riassorbiti da una nuova iniziativa imprenditoriale. «Non smettiamo di confrontarci con i rappresentanti sindacali — assicura Vivaldi, che in Aquafil segue anche le questioni legate al personale — Abbiamo offerto 12 posti in Trentino e stiamo ragionando di incentivi economici per chi resterà senza lavoro. Per ora, non posso dire di più».

Scarica il pdf: Aquafil ART 190317