21 maggio 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
«Stop agli esuberi, o non si tratta più»
Documento votato all’unanimità dai lavoratori di Coop Alto Garda: sono scesi in campo anche i capi negozio
I lavoratori di Coop Alto Garda prendono una forte posizione votando all’unanimità una risoluzione che chiede il non proseguo della trattativa se dal piano industriale presentato dai vertici della Cooperativa non vengono esclusi i 15 esuberi preventivati per far rientrare il bilancio. Si fa sempre più teso il clima in Coop Alto Garda dove, dopo l’incontro di venerdì tra la presidenza e i sindacati di categoria si è svolta, nella sede di piazzale Mimosa, l’assemblea dei lavoratori alla presenza dei delegati sindacali Mirko Carotta (Cgil Filcams), Lamberto Avanzo (Cisl Fisascat) e Vasillios Bassios (Uiltucs) davanti a una platea di 100 lavoratori. La più partecipata delle assemblee indette fino ad oggi e che mette in evidenza il clima burrascoso che si respira nei vari punti vendita territoriali. Un voto da non sottovalutare soprattutto perché espresso alla vigilia dell’assemblea dei soci indetta per domani e sulla quale pende già la possibile presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti della presidente Chiara Maino e del consiglio di amministrazione. Una mozione frutto di una riunione avvenuta nei giorni scorsi e partecipata da alcuni soci anziani che hanno avuto nella passate gestioni anche ruoli dirigenziali di rilievo interni alla Cooperativa altogardesana.
Un ulteriore dato di fatto da non sottovalutare è la presenza in assemblea dei lavoratori di alcuni capi negozio fino ad oggi tenutisi in disparte dalle frizioni aziendali. L’incontro ha decretato una presa di posizione netta rigettando la proposta del piano industriale concordato con Sait se questo non verrà depurato in tempi brevi dal voler procedere con la risoluzione dei 15 contratti di lavoro. «Il voto è stato netto e chiaro ha dichiarato Carotta di Cgil Per i lavoratori non si può accettare la definizione del nuovo piano industriale se questo comprende una riduzione drastica del personale. Quello che crediamo sia inaccettabile continua il sindacalista è la volontà della Cooperativa di arrivare a una riduzione dei costi, a regime, di circa 900 mila euro».
Secondo le stime fatte dai sindacati su quanto dichiarato dai vertici Coop questo ammontare sarebbe derivato dalla riduzione degli stagionali, per un risparmio di 200 mila euro, dai 15 esuberi che pesano circa 400 mila euro e la restante parte, 300 mila euro derivanti dal non rinnovo dell’integrativo e dalla ridefinizione delle maggiorazioni su festivi e domenicali. «Novecento mila euro sentenzia Carotta tutti sulle spalle dei lavoratori Non lo si può accettare». La disponibilità a trattare sulla flessibilità lavorativa e su una riorganizzazione i sindacati l’hanno però data. «Per noi questi fattori si possono discutere spiega Avanzo di Cisl purché si tolga dalla trattativa la possibilità di licenziamenti. La Cooperativa continua avanzo vede questo personale in eccesso, ma noi, anche a fronte di quanto riportato dagli stessi lavoratori, crediamo che si possano mantenere i posti efficientando le funzioni lavorative». Per i sindacati il piano industriale triennale deve sì ridiscutere di riorganizzazione, di flessibilità e di risparmio, ma deve mettere le basi per le tutele dei lavoratori ai quali possano essere riconosciuti benefici integrativi qualora la Cooperativa tornasse in utile. Le frizioni sono ormai scoperte e quella di domani si preannuncia un’assemblea incandescente dove cruciale sarà il ruolo del presidente Claudio Molinari.
Scarica il pdf: Coop ART 210517
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