7 giugno 2017 – Trentino
Cba investe e assume venti persone
L’azienda firma un accordo con la Provincia: 3,2 milioni di investimento per un progetto di ricerca con l’Università
Non solo software gestionali: Cba lancia l’informatica per far star meglio gli ospiti delle case di riposo, e assume venti nuove persone. La Cba informatica (uno dei tre rami di Cba Group) ha già assunto dieci persone, e altre dieci ne arriveranno per il 2018. Il progetto di ricerca “Collega Menti” è oggetto di un accordo negoziale firmato ieri con la Provincia; oltre a finanziare per 2,3 milioni di euro l’iniziativa (su un investimento di impresa di 3,2 milioni) l’ente pubblico metterà in rete l’azienda di viale Trento con l’Università di Trento. La Cba arriva così a 121 dipendenti: per l’azienda, tra i leader in Italia nell’informatica per case di riposo e strutture sanitarie, è la conferma di un momento di crescita. L’azienda era stata tra le prime, ancora negli anni Settanta, a pensare all’informatica per le strutture sanitarie, e ora prova ad anticipare tutti su un nuovo aspetto, quello della felicità. «Le persone anziane sono in aumento costante, e con l’età che aumenta cala la qualità della vita, anche a causa delle patologie neuro-degenerative spiega Valentina Andreatta, presidente di Cba le famiglie sono sempre più in difficoltà e gli operatori sono sempre più sotto pressione e sono richieste loro maggiori competenze». Assieme ai ricercatori di scienze cognitive della facoltà roveretana dell’Università di Trento la Cba ha così pensato a degli strumenti informatici. Delle App per i familiari, con le quali ci si potrà mettere in contatto con il parente residente in Rsa, vedendo foto e video, ma anche consultando i dati sul suo stato sanitario e psicofisico. Lo stesso anziano potrà essere in contatto con i familiari attraverso foto e video della famiglia, e sentirà confermati i legami. Questo dovrebbe facilitare gli operatori, giacché saranno facilitati nel colmare il gap di informazioni tra struttura e parenti dell’ospite. «Pensiamo anche a una rivista dedicata agli anziani ospiti, per l’integrazione reciproca, e ad una storygram sulla vita degli anziani, affinché possano rivivere le reminiscenze del passato», aggiunge Andreatta. Cose “banali”, potrebbe obiettare qualcuno, ma non è così. «Sono strumenti validati scientificamente: i ricercatori di scienze cognitive e del dipartimento informazione ci confermano che così può migliorare il benessere. Finora ci siamo occupati di tecnologie organizzative, ora pensiamo alle tecnologie per la vita». Sei case di riposo trentine faranno da pilota al progetto, che è già iniziato nella progettazione. Il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi sostiene il progetto di Cba: «Non solo creiamo 20 posti di lavoro, con profili di livello, Cba si è impegnata a creare una rete di imprese del territorio, per una filiera del settore, e a lavorare con Università e dipartimento della salute della Provincia».
Marangoni, quindici lavoratori in bilico
Venerdì i sindacati incontrano i vertici del gruppo, molti i dubbi: da Onyx agli esuberi programmati
L’incontro è in calendario venerdì e vedrà confrontarsi i rappresentanti sindacali con la dirigenza di Marangoni Pneumatici. Ma all’ordine del giorno c’è solo l’analisi dell’andamento produttivo degli ultimi mesi, dato che l’incontro era stato programmato mesi fa, prima dello scorporo dell’attività gomme piene, venduta in blocco alla saudita Onyx, che mantiene ora a Rovereto 14 dipendenti provenienti da Marangoni. Il sindacato conta però sul fatto che l’azienda dia risposte sui molti quesiti sorti negli ultimi tempi e anche sui nodi che verranno presto al pettine, come ad esempio il destino degli altri 15 dipendenti sulla graticola: infatti l’accordo dello scorso anno prevedeva 76 esuberi dei quali 46 ad agosto 2016 e gli altri 30 nel corso del 2017. Va però interpretata la situazione dei 15 dipendenti (un addetto commerciale è già stato licenziato) ora in carico a Onyx. Buon senso vorrebbe che rientrassero nel novero dei 30 esuberi previsti per il 2017 alla scadenza del contratto di solidarietà, e che quindi il numero di chi potrebbe dover lasciare l’azienda entro la fine di agosto perlomeno si dimezzi. Ma anche su questo aspetto non c’è alcuna chiarezza, come fumoso rimane il destino di chi è passato alla Onyx: sulla carta, dovrebbero tutti avere lavoro garantito sino al 31 dicembre, ma su cosa accadrà a gennaio non c’è alcuna certezza, tanto più che ad oggi il sindacato non sa nemmeno chi sia il proprio interlocutore, dato che Marangoni ha ceduto il 100% del comparto gomme piene e di fatto è ormai estranea al destino dei lavoratori passati alla finanziaria di Doha. Il sindacato è peraltro ancora in attesa di un incontro con l’assessore Alessandro Olivi, richiesto con urgenza all’indomani della cessione del comparto gomme piene, avvenuta con modalità diverse da quelle annunciate (in teoria, Marangoni dove mantenere una rilevante quota azionaria, benché di minoranza, invece ha ceduto l’intero ramo d’azienda). Quello di venerdì all’azienda di via del Garda è dunque un passaggio importante per poter interpretare non solo quello che sarà il futuro dell’azienda, ma anche e soprattutto cosa accadrà in termini di livelli occupazionali, mentre la crisi del settore non sembra aver fine.
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